Scontri a Hong Kong. Cina pronta a intervenire. Mondo contro Pechino. Trump valuta sanzioni. Aggiornamenti in tempo reale. Maratona ASI.

Aggiornamenti in tempo reale sugli scontri ad Hong Kong e sulle tensioni tra la Cina e la comunità internazionale. A cura di Marco Paganelli.

 

 

Ore 22:52 +++ Fine aggiornamenti in tempo reale +++

Gli aggiornamenti in tempo reale terminano qui, ma riprenderanno nelle prossime ore per continuare a seguire la delicatissima situazione. Grazie a tutti per l’attenzione posta nella lettura. Buonanotte.

 

Ore 22:50 Hong Kong: telefonata Pompeo - Raab

“Gli sforzi di Pechino, volti a minare l’autonomia di Hong Kong, non possono essere accettati dalla comunità internazionale”. Lo scrive, su Twitter, il segretario di Stato americano. Mike Pompeo ha reso noto così di aver avuto un colloquio telefonico, con il ministro degli Esteri del Regno Unito Domenic Raab, in merito agli scontri odierni avvenuti nell’ex colonia britannica.

 

Ore 21:27 Hong Kong, Usa: “Cina plasma a immagine di se stessa”

“Una politica estera sana esige che si riconosca la realtà. E’ ormai chiaro che la Cina sta plasmando Hong Kong a immagine e somiglianza di se stessa”. E’ la durissima accusa, affidata a una nota stampa, del segretario di Stato americano Mike Pompeo dopo aver notificato, al Congresso Usa che potrà ora varare pesanti sanzioni contro Pechino, la perdita dell’autonomia da parte dell’isola. Viene alterato, in tale modo, lo status – quo, durato 23 anni, con conseguenze economiche internazionali, potenzialmente gravissime, che rischiano di appesantire i danni ingenti dell’emergenza Covid - 19. La metropoli è stata consegnata, nel 1997 dalla Gran Bretagna, al gigante asiatico guidato allora da Deng Xiaponig. Quest’ultimo si era impegnato però, davanti ai leader mondiali, a rispettare le regole dello Stato di diritto come, ad esempio, la libertà di manifestare. Tutto ciò sarà cancellato, dal governo di Pechino, nelle prossime ore. Donald Trump risponderà annullando probabilmente, dopo il passo compiuto oggi dal suo ministro degli Esteri, i privilegi e i trattamenti speciali riservati a Hong Kong che perderà, in tale modo, il suo ruolo di piazza finanziaria e di sede di importantissime multinazionali.

 

Ore 18:43 +++ POMPEO: “HONG KONG NON E’ PIU’ AUTONOMA DALLA CINA” +++

“Oggi ho riferito al Congresso che Hong Kong non è più autonoma dalla Cina”, dati gli eventi sul campo. Lo scrive, su Twitter, il segretario di Stato americano in riferimento ai duri scontri avvenuti, nelle ultime ore tra dimostranti e agenti, nell'ex colonia britannica. “Gli Stati Uniti – aggiunge Mike Pompeo – stanno col popolo di Hing Kong”.

 

Ore 18:40 Hong Kong: “300 persone arrestate"

La polizia ha comunicato di aver arrestato, oggi ad Hong Kong, più di 300 manifestanti per le proteste contro la norma a tutela dell'inno nazionale cinese, in discussione al parlamento locale e la legge, anti - secessione, che sarà votata domani a Pechino. Il gigante asiatico potrebbe vietare così cortei nell’ex colonia britannica. Gli agenti hanno usato cannoni ad acqua e proiettili al peperoncino per disperdere la folla. Le accuse rivolte, nei confronti dei dimostranti, sono di aver partecipato a sit - in non autorizzati e di aver avuto con sé armi offensive. Le autorità locali sono ancora alle prese, in base a quanto comunicato da fonti dell’isola asiatica, con la sorveglianza di Nathan Road a Mong Kok per evitare il blocco della strada.

 

Ore 16:32 Hong Kong, Pompeo: “Alto grado di autonomia? Valutiamo”

“La nostra decisione sull’opportunità o meno di considerare Hong Kong, come territorio con “un alto grado di autonomia”, è ancora in sospeso. Stiamo osservando attentamente cosa sta succedendo lì”. Lo dichiara il segretario di Stato americano Mike Pompeo.

 

 Ore 10:55 Cina contro Usa: “Hong Kong è affare interno”

Pechino "prenderà le necessarie contromisure, contro le forze esterne che interferiscono su Hong Kong", perché i rapporti con l’isola rappresentano “un affare interno” della Cina. Lo afferma il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, rispondendo a Donald Trump. Il presidente americano ha detto ieri di voler "fare qualcosa" contro la stretta che il gigante asiatico si appresta ad attuare col probabile via libera alla legge anti – secessione nei confronti dell’ex colonia britannica. "Penso lo troverete molto interessante, ma non ne parlerò oggi. E' qualcosa di cui sentirete prima della fine della settimana, molto potente penso", ha specificato il numero uno della Casa Bianca.

 

Ore 10:52 Hong Kong, Ue: “Nessuna decisione su sanzioni contro Cina”

Non credo che le sanzioni siano la soluzione per i nostri problemi con la Cina”. Nessuna decisione è stata assunta in merito e "non possiamo evitare che gli Stati membri abbiano una relazione speciale" con Pechino, "poiché questa è una scelta sovrana" di ogni nazione. Lo dichiara l'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, in un'audizione all'Europarlamento.

 

Ore 10:50 Hong Kong: manifestazioni non autorizzate

Le rassicurazioni della governatrice Carrie Lam, in merito all’assenza di rischi per le libertà individuali garantite dalla Costituzione, non hanno calmato gli animi. Manifestazioni non autorizzate si stanno svolgendo infatti a Hong Kong, nonostante la possibile repressione dell’esercito cinese che potrebbe essere condannata dalla comunità internazionale. Circa 180 persone sarebbero state arrestate, fino ad ora sull’isola asiatica, dalla polizia locale. L'appello alla mobilitazione ha visto l'adesione di migliaia di cittadini con una risposta popolare tuttavia sotto le attese. Molti agenti sono schierati in tenuta antisommossa intorno al parlamento locale. E’ previsto infatti oggi il dibattito, in seconda lettura, della legge a tutela dell'inno nazionale cinese. Il provvedimento viene contestato però dai dimostranti insieme alla legge anti – secessione, nei confronti dell’ex colonia britannica, che potrebbe essere varata, domani da Pechino, nonostante la contrarietà degli Usa. Il presidente americano ha minacciato dure sanzioni, verso il gigante asiatico, se ci sarà il via libera. L’ipotetico ok viene giudicato dalla Casa Bianca una minaccia agli interessi, economici e finanziari mondiali, presenti nell’isola.

 

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