USA: “Risposta su Siria se confermato nuovo attacco di Assad con armi chimiche”. Washington valuta anche rappresaglia contro l’ Iran. Teheran: “Trump non ci attacchi, o sarà guerra mondiale”

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(ASI) “Sfortunatamente continuiamo a vedere segnali sul fatto che il regime di Assad possa averle usate di nuovo, incluso in un presunto attacco il 19 maggio” ai danni dei ribelli a Idlib nella Siria nord occidentale, dove è ripresa l’offensiva delle truppe del governo appoggiate da Mosca.

E’ la denuncia, delle ultime ore, del portavoce del Dipartimento di Stato americano in merito all’eventuale utilizzo di armi chimiche da parte del numero uno di Damasco. L’esponente di Washington, Morgan Ortagus, ha specificato inoltre che gli Stati Uniti e i loro alleati sono pronti a “rispondere rapidamente e in modo appropriato”, se sarà confermato il lancio delle bombe al cloro sui civili, a tale ennesima violazione del diritto internazionale dell’esercito del rais. Un eventuale intervento bellico, della Casa Bianca nel paese, accrescerebbe però le preoccupazioni regionali e globali.

Guerra verbale Usa – Iran. E’ sempre più alta la tensione infatti anche tra il tycoon e l’Iran che gode, col proprio vicino siriano con cui tiene ottimi rapporti, della protezione militare e diplomatica di Russia e Cina. L’amministrazione Usa ha informato intanto, nelle ultime ore, il Congresso della crescente minaccia rappresentata da Teheran. Alcuni parlamentari di Washington, presenti alla sessione a porte chiuse in Campidoglio per ascoltare i ministri degli Esteri e della Difesa, hanno detto ai giornalisti al termine della riunione che il Pentagono non esclude di attuare una rappresaglia verso il territorio dei Pasdaran. Vuole punire così coloro che lo amministrano per i recenti atti di sabotaggio alle petroliere dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. L’America starebbe per attribuire pure la paternità dei lanci dei razzi, di domenica scorsa contro la propria sede diplomatica a Baghdad, alle milizie legate sempre agli Ayatollah. L’Iran ha inviato ieri una lettera al segretario generale dell’Onu. L’ambasciatore Majid Takht Ravanchi ha scritto ad Antonio Guterres per rivendicare il diritto di autodifesa e l’importanza dell’avvio di un dialogo diplomatico, nella regione, al fine di garantire la pace. Ha ammonito, infine, che “lo scoppio di un eventuale conflitto supererebbe velocemente i confini regionali e avrebbe sicuramente gravi ed estese conseguenze sulla pace e la sicurezza” mondiali.

N.B. Agenzia Stampa Italia segue da vicino, in modo particolare, l’evolversi di questa grave situazione ed è pronta a realizzare, se necessario, aggiornamenti in tempo reale.

 

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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