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Afghanistan. Frattini: transizione non significherà abbandono Italia

(ASI) "Il ridimensionamento e la transizione non potranno significare l'abbandono da parte italiana" dell'Afghanistan perché occorre rendere irreversibile come in Iraq il processo di transizione. Così viene riportato in un comunicato della Farnesina quanto detto dal Ministro Franco Frattini davanti alle Commissioni Esteri e Difesa del Parlamento.

 

Frattini ha anche ricordato che a fine anno ci sarà una conferenza internazionale sull'Afghanistan a Bonn e ha ribadito il proseguimento degli impegni nel paese attraverso la formazione e gli interventi in favore della società civile. Ma ha anche sottolineato che "senza stabilità in Pakistan sarebbe illusoria una stabilità duratura dell'Afghanistan".

Il Ministro ha ribadito l’importanza delle missioni internazionali, perché "l'obiettivo dei terroristi resta un attacco al cuore della civiltà occidentale e cioé a noi". E siccome le frontiere della sicurezza si sono molto allontanate da quelle tradizionali, ciò "richiede un impegno fuori area" perché il terrorismo deve essere colpito dove nasce. Il nostro paese, ha ricordato il Ministro, partecipa con le proprie missioni militari nei teatri di crisi nel quadro deciso dagli organismi internazionali. Un impegno che corrisponde comunque a un quadro di "interesse nazionale". Anche perché l'Italia "è più esposta di altri a minacce che vengono dalla sponda sud del Mediterraneo".

E ricordando il militare italiano ucciso ieri in Afghanistan, il Ministro ha detto: "siamo fieri" del suo operato, come degli altri 39 già caduti per una "causa nobile". La "serietà, credibilità, lealtà", dell'Italia nelle missioni internazionali, ha aggiunto Frattini, è un dovere a cui si può venire meno "solo pagando un altissimo e ingiustificato prezzo".

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