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Svezia: scontro sulla vendita di alcune compagnie di stato

(ASI) La minoranza di governo di centro destra rischia di affrontare delle forti ripercussioni nel Ricksdag poiché i quattro partiti di opposizione potrebbero bocciare la proposta di andare avanti con la vendita di alcune imprese di Stato. Un tema scottante quello delle privatizzazioni, delle quali sfortunatamente si sta abusando negli ultimi decenni anche nei paesi scandinavi.

 

Tutti e tre i partiti di opposizione rosso-verde vogliono infatti fermare la vendita della compagnia elettrica Vattenfall e della compagnia di prestiti e mutui domestici SBAB. Essi inoltre vogliono porre fine al piano per continuare a vendere le quote statali della banca Nordea e della compagnia di telecomunicazioni Telia Sonera. Adesso i Socialdemocratici hanno annunciata che essi probabilmente supporteranno il resto della coalizione nei confronti dell’opposizione a tali vendite, cosa che creerebbe una maggioranza contro il governo.
Il Ministro per i Mercati Finanziari, Peter Norman, ha detto alla radio svedese di essere contrariato dalla decisione dell’opposizione poiché il gettito proveniente dalla vendita delle società potrebbe essere utilizzato per pagare il debito pubblico, che adesso oltrepassa i 1100 milioni di corone svedesi (circa il 37% del Pil)
Le finanze pubbliche svedesi sono però in eccellenti condizioni, un motivo che l’opposizione usa per dimostrare che non c’è bisogno di vendere ancora quote delle compagnie di stato.
C’è inoltre una questione ideologica. Il governo non crede nello stato come un buon proprietario di aziende, mentre i partiti di opposizione, a vari gradi, argomentano contro quella che essi chiamano “svendita ideologicamente motivata”.   Durante la scorsa legislatura, il centrodestra ha venduto la compagnia manifatturiera Vin&Sprit, l’agenzia immobiliare Vasakronan e la borsa dei valori di Stoccolma OMX.

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