Referendum del 12 giugno: il diritto al voto quale dovere civico

(ASI) Si riporta la lettera indirizzata al Sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto da Ariberto Grifoni in sciopero della fame, affinchè sia autorevolmente richiamata l'attenzione della comunità cittadina sulla lettera dell'art. 48 della Costituzione, quindi sul diritto di voto inteso quale dovere civico, in vista della consultazione referendaria della prossima domenica, 12 giugno.

Illustre Sindaco,
mi rivolgo al Primo Cittadino di Teramo per comunicare con umiltà e rigore la necessità avvertita non solo da me, ma anche da altre centinaia di persone che in molte altre città danno corpo in queste ore, come me qui, alla lotta nonviolenta per far vivere il diritto e la legge.
Non si tratta di una protesta, al contrario, questo movimento politico di sciopero della fame, condotto dal Vicepresidente vicario del Senato della Repubblica, Roberto Calderoli e dalla Tesoriera del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, Irene Testa, incarna la volontà di dialogo per far emergere dall’oblio la lettera della Costituzione repubblicana che, nel primo articolo del suo Titolo IV – Rapporti Politici, determina la libertà del voto di ciascun cittadino di questa nostra comunità statale, quale esercizio di dovere civico.
Sempre, senza eccezioni. Siano elezioni politiche o amministrative, o referendarie come queste, convocate per la prossima domenica.
Un richiamo immediato ai cittadini teramani da parte del loro massimo rappresentante s’impone affinché tutti s’ispirino a questo principio del nostro diritto
pubblico, quindi non abroghino nei fatti la Costituzione antifascista e, perciò, rinuncino a percorrere pericolose derive astensioniste dal voto.
Ho fede nel recepimento di questo appello rivolto al rappresentante della comunità teramana da un cittadino in lotta nonviolenta da quattro giorni, perché è retto dalla ragione, che in ogni essere umano diventa vita.
Voglia considerare i sensi della mia più profonda stima,
Ariberto Grifo

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