Pro Vita & Famiglia: vittoria contro lefollie politicamente corrette della Commissione UE.

buonnataleprovita(ASI) Nei giorni scorsi ha fatto grande scalpore la notizia che la Commissione europea (UE) avesse pubblicato delle (folli) linee guida per la "comunicazione inclusiva", cioè delle direttive destinate a tutti i lavoratori delle Istituzioni europee e che dovevano servire da "esempio" a tutti i cittadini europei.

In teoria, miravano a plasmare il nostro linguaggio al fine di essere più "inclusivi" e ad evitare la minima ombra di "discriminazione". In pratica, si trattava di un condensato di ideologia gender e di un tentativo di eliminare ogni identità religiosa e culturale, soprattutto l'identità cristiana...

Qualche esempio?
Secondo la Commissione europea: non si potrebbero utilizzare parole che presuppongono il genere di una persona, come "poliziotto"; non si può dire "Signori e Signore" (per non offendere eventuali transgender nel pubblico); ci si dovrebbe rivolgere a una persona usando sempre il genere in cui si "auto-identifica"... anzi, prima di rivolgersi a una persona si dovrebbe chiedere: "Quali sono i tuoi pronomi preferiti?".

Ancora: la Commissione ci ingiunge di non dire "Il periodo di Natale": piuttosto bisognerebbe dire "periodo delle vacanze"... attenti anche a usare nomi troppo "cristiani"! Invece di dire "Maria e Giovanni" meglio "Malika e Julio"...

Non c'è da stupirsi che la pubblicazione di queste linee guida abbia generato una polemica enorme: con il pretesto di "includere", escludevano l'identità storica dell'Europa e le realtà più naturali (mamma, papà, maschio, femmina, ecc.).

Non potevamo restare in silenzio: ieri ci siamo presentati davanti alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea con una lettera di Natale "speciale" indirizzata a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e a Helena Dalli, commissaria europea all'Uguaglianza..."

Alla Commissione Europea abbiamo mandato, su una lettera gigante, l'augurio: "BUON SANTO NATALE da Maria, Giuseppe e tutte le mamme e i papà europei".

Credi che Ursula, Helena Dalli e compagni abbiano gradito il messaggio?

Nel frattempo, la Commissione Ue ha deciso di fare marcia indietro, ritirando e stralciando le linee guida per la comunicazione inclusiva.

Questa è sicuramente una vittoria importante: le proteste hanno costretto la Commissione ad annullare le linee guida in tempo record ... far sentire la propria voce serve!

A parte la pessima figura fatta dalla Commissione, quante decine di migliaia di euro sarà costato ai contribuenti questo documento, durato un paio di giorni?

In ogni caso, è stata vinta la battaglia ma non la guerra: non è escluso che le linee guida tornino in quanto la commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ha affermato: "le linee guida richiedono chiaramente più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento...".

Pertanto, non abbassiamo la guardia, ma possiamo essere felici di aver ottenuto una vittoria con la consapevolezza che protestare e agire serve, anche se non sempre si vedono subito le conseguenze.  Così in una nota dell'Associazione Pro Vita & Famiglia.

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