Berlusconi. La persecuzione continua?

 

Un lettore scrive

(ASI) E’ indice di libertà di pensiero non  condividere l’operato di una persona . E’, senza dubbio,  indice di iniquità esprimere giudizi e valutazioni tese alla condanna morale di chi non condividiamo. Mi riferisco a  Berlusconi e a quanti sono oggetto di vessazioni mediatiche. Far vivere un sistema distorto  di comunicazione,  tesa al giudizio moralistico , anziché alla diffusione mera e semplice delle notizie, come previsto dal codice etico  che la disciplina,  significa, purtroppo,  farne un’arma che ferisce ed annienta . Comunicare è un’arte che,  in quanto tale,  è sorretta da regole, le quali non possono essere eluse senza inficiare il piano etico della vita sociale ed umana. Comunicare significa, altresì, coinvolgere le coscienze dei lettori, proprio in quanto si diventa  testimoni di verità storiche e  divulgatori di conoscenza . Per tale ragione, non si può definire giornalista chi giudica , chi esprime scontati pareri soggettivi sui fatti narrati. Bisogna,  purtroppo,  constatare tristemente ed amaramente che logiche politiche, nonché economiche,  si insinuano , con estrema facilità,  nell’ambito della comunicazione. L’obiettività che i lettori pretendono dai mezzi di informazione , a volte, cede il posto alla faziosità e alle sue tragiche conseguenze.

 Biagio Maimone

 

 

 

 

 

 

 

 

* Nota 1, ASI precisa: la pubblicazione di un articolo in tutte le sezioni del giornale  non ne significa necessariamente la condivisione dei contenuti. Essi - è bene ribadirlo -  rappresentano pareri, interprestazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, la responsabilità sono dell'autore  delle dichiarazioni  e/o  di chi  ci ha fornito il contenuto.  Il nostro intento è di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, invitiamo i lettori ad approfondire sempre l'argomento trattato, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione.

 

 

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