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Intervista ad Adriano Tilgher sui manifesti pro-Putin del Fronte Nazionale

(ASI) Giovedì mattina molti romani, girando per le strade della Capitale, hanno incrociato lo sguardo gelido del presidente della Russia, Vladimir Putin. Il suo faccione, infatti, bardato da una giacca militare e da un colbacco nero con il simbolo della Marina russa, era presente su un manifesto, affisso anche nei più remoti angoli, firmato Fronte Nazionale. In basso, l’esplicita scritta “Io sto con Putin”. La sorpresa ha però scatenato un vespaio di polemiche. Neanche si fosse trattato dell’apologia del più spietato e sanguinario dei dittatori, un coro di adirata condanna si è scagliato contro gli autori del manifesto. Non importa se anche papa Francesco, al termine della lettera inviata pochi giorni fa al presidente russo per invitarlo a impegnarsi contro le violenze in Siria, gli abbia espresso «i più alti sentimenti di stima»; la trovata pro-Putin del Fronte Nazionale ha dovuto subire l’infame imputazione di gesto omofobo. Eppure, in quel manifesto, di riferimento all’omosessualità non ve n’è nemmeno l’ombra. Quando si dice paranoia…
Agenzia Stampa Italia ha incontrato in esclusiva il leader del Fronte Nazionale, Adriano Tilgher.

Quale il motivo per cui il Fronte Nazionale ha deciso di segnare il suo ritorno sul proscenio politico tappezzando Roma con un manifesto di sostegno a Vladimir Putin?
Questo manifesto serve a dare una sferzata precisa all’ignavia dei nostri sedicenti politici. Putin è uno dei pochissimi leader europei con le idee chiare su ciò che sarebbe meglio per l’Europa. Con questo messaggio lanciamo un segnale a chi vuole agire contro gli interessi europei sia in politica estera che in politica energetica oltre che sui valori fondamentali di una società moderna.

Il vostro è dunque anche un appoggio al governo di Assad. Come valuta la questione dell’uso di armi chimiche e quale crede possa essere, giunti a tal punto, un viatico di soluzione a questo estenuante conflitto?
Sicuramente Assad è l’unico leader rimasto del nazionalismo arabo che è sempre stato un baluardo di difesa verso l’integralismo islamico. L’utilizzo delle armi chimiche è certamente barbarico e criminale. Il problema è capire, primo, se sono veramente state usate, visto che gli Usa hanno inventato una frottola analoga per disfarsi, usando loro armi chimiche ed incendiarie, di Saddam Hussein. Poi è importante capire chi le ha usate, visto che i cosiddetti ribelli, guarda caso tutti jahadisti, finanziati dagli Usa (ma non dovevano essere sterminati?), hanno effettuato numerose stragi di civili, in particolare cristiani, e che Putin ha fatto depositare presso l’Onu filmati che dimostrano il lancio di missili, da parte dei ribelli, sulle stesse zone dove ci sarebbero vittime da agenti chimici.

Lei stigmatizza, inoltre, l’atteggiamento diffidente dell’Unione europea nei confronti del gasdotto russo South Stream. Eppure è notizia recente l’impegno preso da Letta con Putin, durante il G20 di San Pietroburgo, in merito alla cooperazione italiana in questo progetto. A fronte della realpolitik dei leader mondiali, ha senso evocare un ostracismo anti-russo dei Paesi occidentali?
Ricordiamoci che i grossi attacchi a Berlusconi da parte dei servizi segreti italiani, da sempre al servizio di quelli americani, e dei loro complici politici sono iniziati proprio da quando l’Italia ha manifestato le intenzioni di sottoscrivere accordi per quel gasdotto. E sono diventati più virulenti, con le conseguenze che ora sono davanti agli occhi di tutti, quando è stato firmato il patto per il South Stream. Un ostracismo verso Putin da parte delle nazioni europee non ha più senso, sia perché il comunismo è stato debellato, sia perché storicamente e culturalmente l’Europa si estende fino agli Urali, sia perché le scelte di cui stiamo parlando sono in linea con gli stretti interessi europei.

Contro il manifesto pro-Putin si registra una levata di scudi da parte di esponenti delle sinistre, attivisti omosessuali e finanche da parte del sindaco Marino. Il coro unanime d’accusa che vi viene rivolto contro è quello di omofobia. Cosa ha da rispondere? La legge russa anti-propaganda gay minaccia le libertà individuali?
Ignoranza e faziosità sono gli elementi cardine di questi sedicenti uomini politici. Il Fronte Nazionale, ed io in particolare, non siamo affatto omofobi, diverso è ritenere giusto che sia vietata la propaganda omosessuale presso i giovani. Non credo che l’omosessualità sia da diffondere ma credo che sia soltanto necessario controllare sia gli eccessi di esibizionismo sia gli eccessi di reazione. Credo che le libertà individuali siano minacciate soprattutto da chi, come la forte lobby omosessuale e i suoi seguaci alla Marino, sindaco di Roma, tenta di impedire con la violenza e la prevaricazione la libera espressione del pensiero altrui. Il sindaco Marino ha addirittura messo in campo squadre di servizio dell’AMA per staccare nostri manifesti e squadre di attacchini per coprirli, cosa mai avvenuta nella città di Roma, dove oltre il 90% delle affissioni è abusiva.

Le associazioni omosessuali lamentano l’arretratezza culturale del nostro Paese, poiché privo di quelle leggi, ormai presenti in quasi tutti i Paesi occidentali, che servirebbero a tutelare i loro diritti civili. L’operosità delle presunte lobby omosessuali è dunque innocua in Italia?
La lobby omosessuale in Italia è potentissima, come lo stesso Pontefice ha riconosciuto, vero è che vi sono alcune distorsioni che il codice civile dovrebbe sanare, come le questioni di successione e di reversibilità della pensione tra persone che possano documentare il loro stato di convivenza da un certo numero di anni.

Veniamo ad altro. Cosa l’ha portata a rispolverare un movimento, qual è il Fronte Nazionale, che sembrava ormai estinto da diversi anni? In una fase storica in cui, nell’area cosiddetta nazionalpopolare, si medita la creazione di un soggetto unitario, la sua appare una scelta in controtendenza…
Il Fronte non era estinto ma aveva tentato di costituire un movimento unitario facendo un patto federativo con La Destra. Purtroppo quel partito si è dissolto per alcune scelte sbagliate e suicide e proprio perché c’è una vasta frammentazione nell’area politica. Così abbiamo, io con altri, deciso di rilanciare un soggetto politico che possa diventare riferimento di tutti gli Italiani che non vogliono accettare passivamente i diktat di una banca privata (Bce) e dell’alta finanza e che rifiutano una classe politica di destra e di sinistra che si è completamente venduta a quei poteri. Un Fronte che reintroduca i valori, ricostruisca lo stato sociale, porti i cittadini ad un’autentica partecipazione in tutti i settori della vita pubblica, rigeneri, risani e snellisca la pubblica amministrazione, introduca una nuova concezione del lavoro che ne esalti la funzione sociale, ridiscuta lo stesso concetto di Europa affinché diventi un’autentica realtà politica partecipata, rinegozi tutti i debiti pubblici su una nuova concezione della moneta, e crei un istituto pubblico dedito all’emissione monetaria… Tutto questo lo stiamo mettendo a disposizione di tutti, anche delle formazioni già esistenti. Se poi su queste stesse posizioni e con questi obiettivi di contrapposizione al partito unico Pd/Pdl dovesse nascere qualcos’altro di più serio e consistente siamo pronti a metterci a disposizione.

Quali iniziative avete in serbo prossimamente?
Proprio oggi, sabato 7 settembre, a Milano siamo andati a manifestare davanti al consolato Usa per impedire la guerra, con un volantino condiviso anche dal Front National francese. Prossimamente entrerà in funzione un sito interattivo ed una piattaforma internet partecipativa, parallelamente stiamo consolidando la struttura organizzativa e daremo vita ad un congresso costituente che determinerà regole, ruoli e funzioni di questo che deve diventare il primo partito autenticamente partecipativo e aperto a tutti gli italiani che vogliono tornare padroni in casa propria estromettendo o regolarizzando e controllando tutti i poteri forti ed i loro servitori autoproclamatisi politici.

Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia

 

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