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Teatro. Amleto in dialetto ragusano

(ASI) Un grido di dolore, di rabbia ma non certo di rassegnazione. E’ quello che si è levato in cielo, in maniera prepotente e sconvolgente, dal palcoscenico del teatro Tezzano di Catania su cui si è esibito l’attore Saro Minardi nella sua personalissima interpretazione di “Libero Amleto - Tinturìa ‘u to nomu è fimmina”, traduzione e adattamento in dialetto ragusano della celebre opera di William Shakespeare che ha ufficialmente inaugurato la nuova stagione “Itinerario 2012 - Cocktail theatre” del Teatro degli Specchi.

 La disperazione di un carcerato, detenuto in totale isolamento ingiustamente in quanto condannato per un delitto che non ha commesso, porta l’uomo a reinterpretare l’Amleto nel suo linguaggio popolare. Un alternarsi di stati d’animo, tra il dolore per l’ingiustizia subita e la speranza di ritrovare la libertà, che ha coinvolto in maniera avvolgente il pubblico intervenuto. L’allucinato soliloquio del prigioniero che, rimodulando i vari personaggi della trama, trova nel testo dell’opera la forza necessaria per sopravvivere dietro le sbarre del carcere, è stato arricchito dalle impareggiabili sonorità e dalle mai scontate sfumature del dialetto isolano. Un testo drammatico che, comunque, non ha mancato di strappare anche sorrisi e ilarità.

L’insolita e affascinante riscrittura in dialetto ragusano di una delle maggiori opere della drammaturgia mondiale di tutti i tempi è in grado di esaltare la “carnalità” del linguaggio shakespeariano, il detenuto - attore Saro Minardi sfoglia e rivive le pagine della tragicommedia per avere la meglio, attraverso il gioco del teatro, su un avversario potente e quasi invincibile, ossia l’irreversibilità della follia e del non ritorno.

Ideazione di Carlo Ferreri, progetto e produzione di Marco Tringali, scene e costumi di Salvo Manciagli, scrittura del movimento Giovanna Amarù, suono Paolo Schembari. Si replica oggi, domenica, alle ore 18.30 al teatro comunale L. Sciascia di Aci Bonaccorsi.

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