La battaglia di Teutoburgo, la disfatta dell’impero romano che vide l’annientamento di tre legioni

varo(ASI) La battaglia di Teutoburgo, combattuta a ridosso delle foreste, vide come protagonisti le truppe dei legionari romani contro le tribù Germaniche tra cui Cherusci e Marsi nel 9 d.C.

L’esercito romano era guidato da Publio Quintilio Varo, i Germani comandati da Arminio. Durante la sanguinosa battaglia, che fu esemplare per come venne combattuta dalla coalizione barbarica, i legionari romani perdettero tre legioni: la XVII, XVIII, XIX.

Le insegne furono catturate, e dopo la disfatta I numeri di queste ultime non furono più inseriti nel conteggio dell’esercito romano. Ciò che ruota attorno alla battagliaè il mistero che avvolge le sevizie fatte subire ai romani, dopo la loro cattura, e anche riti propiziatori.

Viene narrato dagli storici di come le colonne dei legionari marciassero nella bassa Sassonia attraverso una foresta, con non poche difficoltà. Elementi contrari all’avanzata delle legioni il terreno sdrucciolevole, e la fitta pioggia.

Mentre erano in marcia i legionari furono sorpresi dall’attacco dei barbari, che in maniera molto intelligente, sfruttarono la nebbia per colpire ripetutamente la colonna in marcia e martoriare la fila dei soldati romani.

In breve i legionari  furono colti di sorpresa dallancio di giavellotti e frecce, non ebbero nemmeno il tempo di indossare le armature, e furono poiaccerchiati e surclassati.

Per i sopravvissuti la fine fu terribile, molti presi in ostaggio vennero torturati ed esposti similmente a dei trofei. Apprendiamo dalle fonti come centurioni e comandanti venivano inchiodati vivi agli alberi e sottoposti a brutali comportamenti contro la persona. Qualche anno dopo Germanico tornò sul campo di battaglia, trovando i resti martoriati dei sopravvissuti.

I corpi straziati vennero fatti seppellire. La contro-offensiva per salvare l’onore di Roma venne sferrata nella battaglia di Idistavisodove Arminio capitolò fuggiasco e venne ucciso in seguito da altri capi barbarici che mal digerivano la sua posizione di potere.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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