Opera filosofica di Voltaire: Zadig

(ASI) Zadig è il nome del protagonista di una storia orientale scritta tra il 1945 e il 1947. Giovane, ricco e colto Zadig ha però il destino sfavorevole: all’inizio della storia, infatti, per difendere la fidanzata da un attacco di banditi, si ferisce all’occhio ed è da questa abbandonato a causa della sua avversione per i guerci.

 

La ferita guarisce e Zadig sposa un’altra donna (più saggia dell’altra) ma con essa sperimenta l’amaro del tradimento.                                                                 Nel frattempo studia la scienza e compone poesie in onore del Re di Babilonia, ma rischia di essere condannato a morte perché un “invidioso”, citando solo la metà dei versi composti lo incrimina. Fortuitamente Zadig si salva e diventa consigliere del re. Ed è qui che conosce la regina Astarte e tra di loro sboccia un amore. Il Re accorgendosi della situazione tenta di uccidere Zadig che riesce a fuggire grazie all’intervento della regina. Da qui iniziano le disavventure del protagonista: scappa in Egitto, dove è fatto schiavo, e mentre viene di nuovo condannato a morte, riesce a scappare; lungo il suo cammino incontra molti personaggi con i quali instaura legami effimeri.

Dopo un lungo peregrinare Zadig riesce di nuovo a incontrare Astarte che nel frattempo era vedova e fatta schiava a sua volta di un padrone malato. Con la sua astuzia Zadig guarisce il padrone e libera la regina, la quale, rientrando trionfalmente a Babilonia, indice una gara il cui vincitore sarebbe stato suo sposo: la prima una prova di forza, l’altra d’astuzia, perché “il re di Babilonia deve essere forte e intelligente”.

Zadig supera brillantemente la prova di combattimento ma è ingannato dal suo rivale che riesce a farsi passare come il vincitore.

Disperato, Zadig incontra un eremita che gli dimostra, con un comportamento apparentemente strano, che quelle che gli uomini reputano disgrazie non sono tali, ma sono solo prove della loro virtù. L’eremita si rivela poi essere un angelo che agisce, a giudizio umano, crudelmente, ma realizza invece un disegno provvidenziale volto ad evitare mali peggiori.

Finalmente Zadig, rientrato a Babilonia, vince la prova d’intelligenza e smaschera l’impostore, sposa Astarte e regna felicemente con giustizia.

Il personaggio di Zadig è positivo per eccellenza, incarna tutte le virtù borghesi e porta avanti la sua ideologia con tenacia. Le sue risposte ai quesiti dei personaggi che incontra lungo il suo cammino sono allo stesso tempo semplici ed efficaci; come ad esempio l’ingresso a piedi pari nel tempio per porre fine alla disputa se si entra col piede destro o sinistro. Nel racconto sono significativi due momenti: il primo, i pensieri profondi che il protagonista fa mentre fugge dall’Egitto abbandonando la sua amata, soffermandosi per un attimo a guardare le stelle e l’immensità del cielo perdendosi nella contemplazione dell’universo. Il secondo quando incontra la provvidenza in cui si scopre che tutti i mali e l’infelicità fanno parte di un disegno, di un ordine precostituito al quale l’uomo è destinato e allo stesso tempo impotente.

Pietro Pallotti - Agenzia Stampa Italia

Continua a leggere