Il Padre Pio di Abel Ferrara che ha convertito Shia LaBeouf.

(ASI) Un pugno allo stomaco.


Un film forte, intenso, drammatico. Forse sicuramente uno dei più riusciti del regista americano. Presentata a Venezia alle giornate degli autori, l’opera si incentra su un fatto storico: l’eccidio del 14 ottobre del 1920 di San Giovanni Rotondo, quando in piazza Municipio vennero uccise 14 persone e ferite 60. Un fatto che al tempo coinvolse Padre Pio, che si diceva simpatizzasse con i socialisti e che avesse aizzato la rivolta. In realtà, come poi ha voluto rimarcare il regista, Padre Pio sia nella realtà processuale che nel film non c’entra nulla con i fatti. Egli era in preda alle visioni del Demonio e della Madonna, e iniziava il suo cammino verso la Santità. Confessa, prega, si arrabbia e a che fare con i vari personaggi dell’eccidio, ma solo nella veste di padre spirituale. E’ come una sorta di corpo estraneo al film, infatti la trama si snoda su due linee parallele: le ambizioni represse dei socialisti da un lato e la vita spirituale del Padre dall’altro. Le due linee narrative troveranno un punto di incontro nel finale in una scena quanto mai significativa che richiama la passione di Cristo, per far comprendere la sofferenza del Santo per l’eccidio.
Shia Labeouf (Borg McEnroe, Transformers, Wall Street – Il denaro non dorme mai) è magnifico nella sua interpretazione e svela di essersi avvicinato alla Fede grazie allo studio di Padre Pio, convertendosi, e di aver superato così un suo momento di smarrimento. Determinante è stato il periodo trascorso dall’attore in un Convento dell’Ordine dei frati minori cappuccini. Gli stessi frati hanno aiutato molto nella ricostruzione degli ambienti e nei canti.
Nel film, girato in Puglia da una produzione italo-tedesca, che ha subito seguito con entusiasmo il progetto di Abel Ferrara sono presenti nel cast anche Asia Argento, Marco Leonardi, Luca Lionello, Salvatore Ruocco.

Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia

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