“Io, Aristoteles, il negro svizzero”: un’incredibile storia di vita tra moda, cinema e razzismo. Sarà presentato a Perugia al Winter Love Film Festival il 19 marzo il libro di Urs Althaus

156891841 3698623666903480 1612397339726929127 o(ASI) Perugia. In Italia tutti conoscono Aristoteles, la stella della Longobarda di metà anni ’80. Ai tempi di Maradona, Platini, Falcao, Paolo Rossi, Rumenigge e Zico c’era anche lui nei cuori dei tifosi, per quanto Arì era solamente un’invenzione cinematografica di Sergio Martino regista de L’allenatore nel pallone. Dietro Aristoteles c’è lo svizzero Urs Althaus che però ha una vicenda personale molto più incredibile dell’immaginario asso brasiliano. Nelle pagine, edite da Bibliotheka nell’estate del 2020, di “Io, Aristoteles, il Negro Svizzero (prefazione non a caso di Ciccio Graziani).

La mia vita attraverso successi e fallimenti”, Urs racconta la sua storia in un arco temporale che va dal 1977 al 2009, con diversi flashback. Le due date sono lo spartiacque dell’incredibile avventura di Urs, che sognando di fare il calciatore, a causa di un infortunio alla spalla, deve rinunciare e si butta un po’ per caso nel mondo della moda divenendo in poco un famoso top model. Lanciato da Yve Saint Laurent, apprezzatissimo da Kevin Klein, Armani e Valentino Urs è riuscito a imporsi, divenendo il primo nero a essere in una rivista di moda internazionale proprio nel 1977. Parigi, New York, Milano e le passerelle di tutto il mondo amavano Urs, ma tra eccessi e la frenesia di quei anni il modello a un certo punto decide di puntare sul cinema dopo i suggerimenti di Lina Wertmuller. Avrebbe dovuto fare un film con la Loren, ma si ritrovò anni dopo a essere ne Il nome della rosa con Sean Connery, in mezzo e dopo il trionfo di Aristoteles.
In questa vita incredibile come divo della moda, icona del mondo del calcio e attore apprezzato c’è però una storia di sofferenza e fragilità che trae origine dalla sua infanzia. Figlio illegittimo e continui episodi di razzismo che hanno purtroppo caratterizzato la sua esistenza, segnandolo profondamente e facendogli compiere anche scelte sbagliate, superate solo grazie all’educazione e ai principi trasmessi dalla madre. E’ proprio infatti la madre di Urs, Irma, a cui è dedicato il libro, il punto di riferimento e la luce nella sua vita a volte difficile. Una donna che ha cresciuto da solo un figlio nero senza padre nella rigida Svizzera, facendo più lavori per dargli una dignitosa esistenza, educandolo al rispetto e alla tolleranza, non giudicandolo mai, ma appoggiandolo in ogni decisione con saggezza.
Il libro Urs racchiude dunque una bellissima storia d’amore quella di una madre che ha dato tutto per suo figlio e proprio per questo sarà presentato all’edizione invernale del Winter Love Film Festival di Perugia il 19 marzo.

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