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Festival Internazionale del Film di Roma:The Eye of the Storm.

(ASI) Charlotte Rampling torna sullo schermo per interpretare la madre del candidato oscar Geoffry rush e Judy Davis.

L’attrice sessantacinquenne si è dovuta invecchiare come già aveva fatto ne La caduta degli dei di Visconti e diventa una vecchia, smaliziata e pungente nobildonna, malata e ossessionata dal suo passato. La struttura narrativa ha due filoni narrativi, il primo che ha oggetto il rapporto della madre con i suoi figli, il maschio un vecchio attore di teatro che esce da recenti flop e con qualche problemino sessuale e la figlia una lady traumatizzata dal divorzio con un principe francese che l’ha lasciata senza risorse economiche e dal suo passato, caratterizzato dal conflitto con la madre; l’altro ha oggetto ricordi legati a un misterioso ciclone, che ha sconvolto gli equilibri della famiglia in un lontano passato che però lascia ancora aperte ferite. La Rampling svolge un’interpretazione magnifica, sempre aderente con la trama del film che risulta di un tipico humour inglese nella prima parte e che diventa sempre più intenso ma mano che si va verso la fine e si scioglie il nodo di ricordi che attraversano la mente confusa della nobildonna. Il film è un po’ lento e con qualche taglio avrebbe sicuramente giovato agli ottimi attori. Ben ricostruite sono le personalità sia dei tre attori protagonisti che anche quelle delle persone che circondano la famiglia: la cuoca tedesca nostalgica del cabaret, l’infermiera giovane in cerca di rivalsa sociale, l’infermiera eticamente corretta e poco considerata e l’avvocato di famiglia. La storia risulta essere alla fine prevedibile, ma vale la pena di essere vista per assistere a delle interpretazioni di livello.

Voto: 7.

Reazione della sala: applauso poco convinto.

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