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Festival Internazionale del Film di Roma:The Deep Blue Sea.

(ASI) “L’amore rassicura come il sereno dopo la tempesta, ma il desiderio è come la tempesta prima del sereno”. Questa incisiva frase è pronunciata dalla protagonista Hester (Rachel Weisz), una bella donna, vittima del suo tempo.

Moglie di un giudice della Corte suprema inglese, cede alle lusinghe dell’ex pilota della Raff Freddie, facendosi trasportare in un amore prima fisico e poi travolgente. In un’Inghilterra rigorosa come quella degli anni ’50, il fatto desterebbe scandalo e il marito William cerca con molta compostezza di placare la cosa, ma poi esasperato, lascerà andare la moglie, senza concedergli il divorzio. I due amanti inizieranno una convivenza, che provocherà fratture e scontri, tanto da indurre Hester al suicidio. Il regista Terence Davies, che ha introdotto la pellicola, ha detto che Hester è mossa da passione e infatti la si potrebbe definire una donna molto moderna, che va aldilà delle convenzioni in nome dell’amore ma tuttavia perdendosi in questo. Freddie e William sono due amori diversi, uno fondato sul rispetto e la sicurezza, l’altro sulla passionalità e l’istinto, ma entrambi forse incompleti. L’opera è stata tratta da un’opera teatrale e per questo la trasposizione cinematografica ne ha risentito, i dialoghi sono lunghi, solenni, le scene un po’ statiche e si fa un ampio uso della dissolvenza per i ricordi di Hester. Il risultato è che la storia per quanto bella, perde un po’ per la lentezza. Presenta uno stile simile ai vecchi film d’autore, con un inizio con solo musica classica e nessuna parola se non dopo dieci minuti. Da evidenziare la bravura degli attori, in special modo della protagonista, che sono stati costretti a un notevole sforzo interpretativo. Peccato, perché la storia c’era, gli attori pure, ma a volte questi elementi non bastano per una riuscita completa.

Voto: 6+.

Reazione della sala: un convinto applauso.

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