Film da vedere. "Moonlight" di Barry Jenkins

(ASI) Vincitore di tre premi Oscar (miglior film, migliore attore non protagonista e migliore sceneggiatura non originale) e del Golden Globe per il miglior film, "Moonlight" è un film emozionante che racconta infanzia, adolescenza ed età adulta di Chiron, un afroamericano gay, nato e cresciuto nei sobborghi neri di Miami.

Il protagonista fin da piccolo viene bullizzato da tutti, la sua condizione familiare non è delle migliori a causa della madre tossicodipendente. Chiron incontra Juan, il malavitoso locale che insieme alla fidanzata Teresa diventerà per lui un’inedita e alquanto improbabile famiglia adottiva che lo aiuterà nei momenti di maggiore difficoltà. “Cos’è un frocio?” chiede Chiron, “Una parola per cui i gay si sentano male”, gli risponde Juan; sarà proprio lui a spiegare al bambino il significato della parola omosessuale per la prima volta diventando per lui una sorta di mentore ed ispirandolo ad intraprendere il cammino verso il raggiungimento della sua vera natura.
Diventato adolescente, Chiron vive ogni giorno i medesimi problemi e si chiude sempre di più in sé stesso, l’unica figura che lascia entrare nel suo piccolo spazio vitale è il suo migliore amico Kevin, di cui si innamora e con il quale perde la propria innocenza. A distanza di anni, Chiron, noto a tutti come “Black”, si è trasformato in un uomo muscoloso, dalla dentatura dorata e spacciatore rinomato che deve fare ancora i conti con i fantasmi del passato.
La pellicola di Jenkins è divisa in tre atti, ognuno dei quali corrisponde ad una precisa fase della vita del protagonista, il tutto si sviluppa nello scenario del ghetto nero di Miami dove degrado sociale, emarginazione e violenza la fanno da padrona, contrapponendosialle spiagge ed alle migliaia di luci e colori della Miami benestante.
Jenkins ha preferito non discostarsi molto dalla sceneggiatura originale, mantenendone soprattutto la divisione in atti e l’ambientazione. La pièce teatrale di Tarell Alvin McCraney, risalente a dieci anni fa, nasconde un fondo di verità autobiografica essendo l’autore stesso a raccontare la sua vita di ragazzino gay bullizzato dai coetanei nella periferia di Miami. Il regista ha impiegato ben 8 anni per portare “Moonlight” sugli schermi, tale attesa è stata ampiamente ripagata. La pellicola rappresenta una parabola esistenziale sull’amore in un mondo apparentemente senza speranza.
Il giovane protagonista è stato magistralmente interpretato da Alex R. Hibbert (Chiron bambino), Ashton Sanders (Chiron adolescente) e Trevante Rhodes (Chiron uomo), risultati impeccabili nel comunicare la sofferenza, la rabbia e la frustrazione che caratterizzano il personaggio nelle varie fasi attraverso sguardi, gesti e profondi silenzi estremamente comunicativi. Moonlight è un film duro e particolarmente violento, ma è anche dolce e romantico, come testimonia la scena finale, che rappresenta il coronamento del desiderio di Chiron.

Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia

Continua a leggere