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La sintesi dell’arte e il successo di Midway nella prima proiezione siciliana

(ASI)Sicilia. Lettere in Redazione - Successo al Cinestar di Catania per la prima Proiezione ufficiale del film “Midway”, il thriller di John Real. Numerosi i fans, appassionati del genere intervenuti all’evento che hanno contribuito al successo di questo primo giorno di programmazione nelle sale siciliane. Grande calore del pubblico che ha omaggiato il cast presente in più occasioni, regalato momenti di forte emozione. Giovedì, un giorno non facile per le uscite cinematografiche,  eppure Midway ha vinto la sfida, riuscendo a ottenere il più alto numero di presenze in sala. Il regista e parte del cast,  si sono presentati al Multiplex in modo semplice e comune, salutando amici e conoscenti e dopo i vari shoot fotografici hanno assistito alla proiezione del film. Nessun Red Carpet e glamour lussuoso, ma solo grande umanità e umiltà, perchè la vera ricchezza non è estetica boriosa e autocelebrativa, che i media sono soliti a mostrare, ma in quella più intima e profonda che convive con l’animo artistico, il cui valore  spesso non è compreso o semplicemente confuso. La genialità dell’uomo non ha bisogno di cose preziose per creare un capolavoro d’arte. “Midway” è la sineddoche di qualcosa di più importante,  il pensiero di un uomo che vive di sentimenti ed emozioni, che li rappresenta in constesti visivi sperimentali e fa del mistero, la fonte di ogni vera arte e di ogni scienza. Allora perchè privarsi di certi contesti, quando questi  possono essere utili a descrivere certe dinamiche personali e relazioni umane?

Adriana Marzagalli, la sceneggiatrice del film, narra la storia di un amore incompreso e spaurito, vacuo, come spesso accade nel legame tra padre e figli. Matteo Tosi, nel ruolo di Alex, nella sua struttura algida e razionale, ne è l’espressione più evidente,  e solo attraverso la sintesi del dramma,  riuscirà a prenderne coscienza. Sara, interpretata da Elaine Bonsangue, soffre, la sua anima vacilla tra la paura dell’incomprensione e il coraggio di essere madre. L’attrice ne crea abilmente l’identità figurativa  esaltandone le caratteristiche emotive e allo stesso ne turba le sensazioni, in un crescendo di autorivelazione. Antonella Salvucci, nel ruolo di Veronica è la macchietta che innesca una costante ironia essenziale allo sviluppo del ritmo narrativo, attraverso aforismi coinvolgenti che divertono il pubblico e lo accomuna ai vari personaggi. Ella instaura un  simpatico alterco con Riccardo Flammini (Mattia), un personaggio che risponde adeguatamente alle dinamiche comportamentali che si vanno stratificando. Interessanti le varie presenze sceniche quelle  di,  Lara Brucci nel ruolo di Flavia, fidanzata gelosa e antipatica, che sostiene il tessuto di credibilità necessario al plot narrativo, Elisa Franco, nelle apparizioni soprannaturali e nelle sembianze orrificanti malfatte e Tania Bambaci che da una certa compattezza al gruppo.  Notevoli anche le varie location naturalistiche curate da  Maria Marzagalli sostanziali e necessarie al completamento scenografico della storia. In definitiva, “Midway” si presenta come un qualcosa d’indefinito e spamodico, una dimensione angusta di relazioni sfumate arbitrate con eleganza e pathos da  John Real,  secondo prospettive registiche, ripartite in una deformità pulsionale e sconfinante, poichè i turbamenti sono espressioni innate nel sentimento dell’uomo e come tali possono essere definite, perchè , Albert Einstein. (© Copyright 2013 Creative Commons - Riproduzione concessa)

 

 

 

 

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