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Festival Internazionale del Film di Roma, Stallone: il Rambo che segue le sue figlie.

 

(ASI) Roma E’ arrivato lo Stallone americano. Si presenta Sylvester con giacca in doppio petto bianca, occhiali da sole, sembrando un boss italo-americano. vede subito la sua personalità forte, dirompente e lo stesso Walter Hill, il regista di Alien, con cui ha girato l’ultimo film Bullet to the head la riconosce. Un uomo che si è fatto strada con forza e carattere e che svela alcuni aneddoti dei suoi esordi del suo successo. Come quando scartato nel 1973 da Woody Allen per una particina, perché non faceva abbastanza paura, si ripresentò con il volto pitturato, sfidando il già famosissimo regista e si fece prendere, spaventandolo.

 

Quello fu l’inizio di quella fama, raggiunta con Rocky, ma con il suo primo film non ottenne subito la ricchezza, perché non fu pagato inizialmente e viveva ancora in uno squallido appartamento; egli, infatti, fu persino maltrattato dai suoi produttori, i quali, dopo che pretese il pagamento, fu rispedito a lavorare con la condizione che sarebbe stato pagato quando lo avrebbero deciso loro. Capì Stallone, che lì a Hollywood avrebbe dovuto combattere sempre e non mollare mai.

Tenacia e forza come d’altronde i suoi personaggi, cui si aggiunge l’ultimo Jimmy Bobo, un duro, spietato ma che fa anche molto ridere. Proprio per questo abbiamo domandato se si fosse ispirato ad altri suoi personaggi, dato che si rivede l’irruenza e la spietatezza di Rambo, ma anche l’umano Lyncon Hawks di Over the top. Sylster confessa di essersi ispirato, ma di aver capito dai suoi errori, che gli hanno permesso di rendere Jimmy più umano, più moderno, nonostante la sua spietatezza da serial killer, in più ha aggiunto l’aiuto del regista Walter Hill.

Stallone, come si può capire, si sente legato ai suoi due personaggi storici Rocky e Rambo, ma se Rocky ormai ha finito la sua storia, che lo ha lanciato e lo ha soddisfatto, Rambo, invece, potrebbe ritornare, perché ha bisogno della guerra, è un guerriero mai pago e forse è la metafora dello stesso Stallone, che ama l’azione e “danzare violentemente”. Per questo ammette l’attore non può andare in pensione, perché ha bisogno del cinema.

Non getta, quindi, i guantoni Stallone e trova  oggi un alleato nell’antico rivale Schawtzneger, con cui a breve presenteranno un altro film scritto da Terminator in persona per un’altra sfida al botteghino. Come si può intuire, Sylster è uno che non molla mai, tanto che  ha detto che “bisogna fare così se si vogliono raggiungere importanti traguardi”. Insomma eroe dentro e fuori lo schermo, ma  quello che appare normale chiedersi è cosa fa, quando non è sul set o non si allena con le macchine italiane per il fitness (il suo segreto per essere in forma)?” Sta dietro alle sue figlie nella sua casa, circondata da donne, che comprendono oltre alle menzionate tre figlie, la moglie e cinque cagne”. Insomma una vita da vero Stallone.

Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia

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