Maltempo: 	Coldiretti, il Po sale di 1,5 metri in un giorno Rischio frane e smottamenti in regioni fragili

(ASI) Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il fiume Po di quasi 1,5 metri in un solo giorno per raggiungere un livello idrometrico di -1 metro al Ponte della Becca dopo un lungo periodo di magra in cui era sceso sui livelli di piena estate.

E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui effetti delle precipitazioni che hanno fatto scattare l’allerta della protezione civile in molte regioni con rischio frane e smottamenti nelle regioni piu' fragili.

La pioggia – sottolinea la Coldiretti - è attesa nelle campagne per combattere il rischio siccità e non lasciare l’Italia a secco in un 2020 segnato fino ad ora dal -80% precipitazioni e una temperatura superiore di 1,87 gradi la media storica secondo le elaborazioni su dati Ispra relativi al mese di gennaio 2020. Per portare benefici – continua la Coldiretti - deve cadere in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. Un rischio reale – precisa la Coldiretti - su un territorio nazionale reso fragile dal dissesto idrogeologico con 7275 comuni complessivamente a rischio per frane o alluvioni (il 91,3% del totale) ma la percentuale sale al 100% in regioni come Liguria e Toscana dove la perturbazione ha provocato frane e gonfiato i fiumi.

A preoccupare – continua la Coldiretti – è anche l brusco abbassamento delle temperature che rischia di compromettere le fioriture dei frutteti anticipate in tutta Italia dal clima anomalo. In pericolo anche 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dalla finta primavera e sono uscite dagli alveari presenti per ricominciare il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ed ora il rischio e che ritorni di freddo possano far gelare i fiori e anche far morire parte delle api dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

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