Umbria. “Pendolari Stufi”: nasce il nuovo comitato. “Tavola rotonda e sgravi fiscali”

va lentina(ASI)Umbria -  I pendolari dell’Alto Tevere sono “stufi”. Questa la parola d’ordine che ha spinto i viaggiatori della ex Ferrovia Centrale Umbra ad organizzarsi in un nuovo comitato di scopo che promette di dar battaglia per il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture nell’Alta Valle del Tevere.

 

La presentazione del nuovo comitato è avvenuta ieri presso l’hotel “Le Mura” di Città di Castello. Presenti, oltre al pubblico dei viaggiatori pendolari, anche i rappresentanti degli organi di stampa. Pesante invece l’assenza della politica. Ad introdurre il nuovo comitato è stata l’Associazione “Il Mosaico” nella persona di Carlo Reali.

“Siamo felici di vedere che ci si sia organizzati per poter condurre nello specifico le battaglie inerenti alla mobilità di un territorio dimenticato” – ha spiegato Reali nella sua introduzione del “Comitato Pendolari Stufi”, abbreviato in CPS.

Il nuovo comitato, presieduto da Annalisa Costa, si è dotato anche di un simbolo. “Si chiama “Va-lentina” ed è una tartaruga, cioè l’immagine che ci è sembrata più appropriata per il trasporto pubblico in Alto Tevere” - ha spiegato Silvia, rappresentante del comitato.

Forse simbolo più appropriato non si poteva trovare. La Tartaruga “Va-lentina” fa rima con i lenti treni che circolano alla roboante velocità commerciale di circa 30km/h in Alto Tevere. Ma la Tartaruga fu anche il simbolo, ed il nome, della prima locomotiva italiana pioniera dell’alta velocità ferroviaria. La doppiezza di significato di “Valentina” rispecchia pertanto forse anche la doppia velocità in fatto di servizi ed infrastrutture.

“Perugia ha il suo Frecciarossa verso Nord, Spoleto ha il suo Frecciabianca e Terni ha collegamenti tutto sommato dignitosi con Roma. Noi invece abbiamo il nulla. Paghiamo per avere il nulla, e ci mettiamo quasi due ore per arrivare a Perugia” – ha spiegato Silvia, rappresentante del CPS.

Secondo Carlo Reali, il nuovo comitato non solo nulla toglie all’azione dell’Associazione Il Mosaico, ma arricchisce il territorio concentrando le competenze ed aumentando la platea dei direttamente interessati al settore del pubblico trasporto su ferro in Alto Tevere. Il CPs ha tenuto a spiegare che la nascita del nuovo comitato non si pone in conflitto con altri comitati esistenti. “Al contrario” – spiegano – “siamo dell’idea che più siamo e meglio è. Lavoreremo con tutti coloro che faranno proposte concrete nell’interesse del miglioramento del servizio sul territorio”.

Ma quali sono tali proposte? Tanto per cominciare il CPS ha messo sul tavolo la richiesta ufficiale di un rifacimento dell’orario di BusItalia, attualmente gestore del servizio sulla ex Fcu, per poter andare maggiormente incontro alle esigenze dei viaggiatori. In particolare si lamenta la mancanza di coincidenze adeguate con i treni di Trenitalia presso la stazione di Perugia Ponte San Giovanni, così come alle volte (incredibile ma vero) mancherebbero perfino quelle con autobus sostitutivi verso Perugia centro e verso Terni, ma anche verso San Giustino e Sansepolcro.

In considerazione delle mancanze tecniche attuali, che impediscono all’ex Fcu di operare a velocità commerciali superiori alle attuali, il CPS ha annunciato di portare sul tavolo della trattativa anche la richiesta di sgravi fiscali per gli abbonamenti, ed in particolare per quelli degli studenti a carico delle famiglie.

Per poter discutere le proprie proposte con la politica e gli organi di rappresentanza, il CPS ha annunciato l’intenzione di indire una tavola rotonda di confronto con tutte le forze in campo.

“Non è possibile aver deciso di condannare la gente all’uso dell’automobile privata. Chi non ha soldi per permettersene una, oppure chi, per altre cause, non può guidarne una, che dovrebbe fare? Queste persone dovrebbero accettare di veder leso il proprio diritto costituzionale alla mobilità?” – hanno spiegato i pendolari del CPS.

A rincarare la dose ci ha pensato Carlo Reali che ha ricordato - “Le tasse per finanziare il Frecciarossa di Perugia, e la fermata del Freccciabianca a Spoleto, sono anche quelle che paghiamo in Alta Valle del Tevere. Quindi perché qui non si vuole concedere un servizio che sia almeno funzionale e concreto?”.

Ed è proprio concretezza la parola d’ordine del nuovo comitato. Mentre a Perugia si discute sull’opportunità di istituire più Frecce che binari di stazione, o di stravaganti esperimenti di mobilità alternativa, già dalla periferia cittadina inizia il disagio di chi deve, vuole, o vorrebbe, utilizzare il treno, ed il mezzo pubblico in generale, per i propri spostamenti.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

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