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Auto Romane?  No, meglio  Romene

(ASI) A Roma è diventato un fatto diffuso e noto. Parliamo delle auto immatricolate e assicurate in Romania, che circolano per la capitale, apparentemente in modo del tutto legittimo. Sono state calcolate in circa 240.000, un’autentica invasione. I motivi non hanno niente a che fare con l’andamento del mercato automobilistico.

Anzi, si tratta di un “trucco” escogitato da un numero crescente di romeni, ma anche di romani e italiani, per ridurre i costi dell’ assicurazione rc auto, o per non pagarla affatto. E, ormai, la cosa sta prendendo piede anche nel resto d’Italia e d’Europa.

Il meccanismo è semplice: i proprietari di auto già immatricolate in Italia, le cancellano dal Registro italiano (l’operazione si chiama “radiazione” dal P.R.A.) e disdicono il contratto di assicurazione, con il motivo della loro esportazione in Romania.

Una volta arrivate in quel Paese, le macchine vengono lì regolarmente reimmatricolate, per essere poi, eventualmente, assicurate con Compagnie rumene. Il costo dei premi di assicurazione in Romania è, infatti, molto più basso che in Italia, anche dell’80%. E, fin qui, non ci sarebbe niente di vietato dalla legge, né niente di disdicevole, tanto più se si considera la situazione di “cartello” esistente nel nostro Paese dove, come denunciano da tempo le Associazioni dei consumatori, le Assicurazioni possono praticamente fare il bello ed il cattivo tempo nei confronti degli automobilisti, imponendo unilateralmente le loro condizioni spesso “vessatorie”.

I problemi vengono dopo, come ben sanno molti automobilisti ignari del fenomeno e incappati in incidenti con vetture che hanno preso la nazionalità “rumena”. I responsabili degli scontri, infatti, se assicurati in Romania, potrebbero liquidare il risarcimento con molto ritardo (in media, ci vogliono oltre sei mesi per essere risarciti) o non pagare per niente, o pagare solo in parte. Le Compagnie rumene, difatti, hanno massimali e capitali sociali molto più bassi, ed il rischio che non risarciscano l’intero danno è concreto.

L’escamotage, inoltre, potrebbe anche servire ai proprietari delle auto “rumenizzate” per eludere le multe, perché occorrono procedure più lunghe per risalire ai proprietari di auto con targa rumena e per spedire le sanzioni, con il rischio che tutto vada in prescrizione. Senza considerare che, alla prima scadenza dell’assicurazione rumena, i proprietari potrebbero smettere del tutto di pagare anche quel premio, e lasciare l’auto completamente senza assicurazione, confidando nella difficoltà, costosità e laboriosità per le forze preposte di fare i controlli del caso, oltretutto ritenuti meno importanti rispetto ad altri reati da perseguire.

Il fenomeno è già noto da anni, per esempio, anche oltre Manica, dove da prima ancora che in Italia, cittadini rumeni hanno messo in atto l’espediente. In Gran Bretagna, ogni anno si verificano circa 30.000 casi di incidenti in cui sono coinvolti conducenti non assicurati, molti dei quali stranieri dell’est residenti nel regno Unito.

In Italia, il codice della strada prevede che il veicolo intestato ad un residente nel nostro Paese (cittadino italiano o straniero che sia) dopo l’immatricolazione all’estero, può circolare in Italia solo per un anno, periodo ridotto a sei mesi per i Paesi extracomunitari. Trascorso questo tempo, il mezzo deve essere “nazionalizzato”, cioè deve essere immatricolato e iscritto al PRA italiano, altrimenti non può più circolare, in quanto sarebbe, di fatto, come privo di targa. L’operazione, tra spese di iscrizione, di traduzione, etc., costa non meno di 500 euro. Il che induce alcuni a non farla, a rischio di vedersi sequestrato il mezzo, in caso di controlli. Ma, vista la frequenza degli stessi, in non pochi decidono di rischiare.

Lo stato rumeno, visto il crescente volume di operazioni di immatricolazioni di auto straniere sul suo territorio, dal 2007 ha adottato una normativa che prevede il pagamento di una tassa di immatricolazione per i veicoli provenienti dall’estero, tanto più alta quanto più il mezzo è vecchio e, quindi, inquinante. Questo non ha comunque scoraggiato la “balcanizzazione” delle auto vendute in Italia e nel resto dell’Unione Europea.

Con seri problemi, come detto, in caso di risarcimenti assicurativi per incidenti. E con conseguente allarme lanciato sia da alcune associazioni dei consumatori, sia dalla compagnie assicurative operanti in Italia, preoccupate, queste ultime, c’è da supporre, soprattutto della concorrenza delle sorelle rumene.

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