(ASI) Una sconfitta su cui riflettere. Senza isterismi, ma anche senza annacquamenti. Un 2-0 orientato, è vero, da un penalty nato da una ripartenza del Palermo su corner per il Perugia, con Righetti e compagni infilati dall’umbro Brunori e costretti in dieci per l’espulsione di Lisi, autore del fallo da rigore.
E condizionato, oltre che dall’espulsione, anche da ben cinque gialli sventolati dall’arbitro Ayroldi sotto il naso dei grifoni. Ma gli episodi, come i cartellini, a volte dicono qualcosa di più strutturale della situazione occasionale da cui nascono. E bisogna saperli analizzare bene. Il dato di fatto, stasera, è che il Perugia non ha mai tirato nello specchio della porta e l’unica vera occasione di Melchiorri, sull’1-0, è nata non da un’azione manovrata, ma da un errore della difesa avversaria. Troppo poco per impensierire anche un Palermo non trascendentale, ma sicuramente più bravo nel palleggio e capace di inventare qualcosa davanti grazie alla tecnica mediamente superiore dei suoi uomini. Se si aggiunge che ad Elia è stato annullato a fine primo tempo il 2-0 per un fuorigioco millimetrico, si capisce che il Grifo, pur non sfigurando per impegno, ha dato una preoccupante sensazione di pochezza in mezzo al campo e avrebbe potuto uscire dal match già a metà gara. Invece, è rimasto aggrappato alla partita fino al raddoppio, anch’esso nato da una ripartenza con veloce verticalizzazione di Brunori per Elia, che ha fatto a fette la difesa biancorossa, peraltro non coperta dal centrocampo per tutta la partita. Da salvare, in una gara caratterizzata da errori di superficialità e concentrazione, tra i singoli, Casasola e Melchiorri, oltre a Kouan che almeno a tratti ha dato prova del suo proverbiale dinamismo. L’impressione è, però, che, come noto, urgano rinforzi di qualità in diversi ruoli chiave. Castori è bravo a tirar fuori il meglio anche da un parco giocatori non eccelso, ma non possiede doti taumaturgiche. E la serie B di quest’anno ha alzato chiaramente l’asticella di tutti gli obiettivi, a partire da quello della salvezza.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia