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Calciomercato. Le pagelle delle Società di serie A

 



LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO

di Daniele Corvi

 

ATALANTA: 4.

Parte con 6 punti di squalifica e ha perso la bandiera Doni per lo stesso motivo. Servivano innesti importanti per colmare il gap, ma non ci sono stati. Sono arrivati Brighi, Masiello, Schelotto e Denis che possono sicuramente dare un contributo importante, ma c’è da fare un gran lavoro e Colantuono inoltre non ha tutta questa confidenza con la A, seppurn nella sua prima esperienza a Bergamo raggiunse l’ottavo posto, record per i bergamaschi.

 

BOLOGNA: 5.

Ha affrontato grandi difficoltà, ma nonostante tutto i suoi colpi li ha fatti e Diamanti e Acquafresca si affiancano bene a capitan Di Vaio. In difesa si è indebolita e ha perso Britos e Viviano, sostituito dall’esperto Gillet, che speriamo quest’anno prenda meno goal. Se c’è la grinta della prima parte della stagione la salvezza è raggiungibile, vediamo se Bisoli si rifarà della prima esperienza negativa in A.

 

CAGLIARI: 5.

Cellino ha fatto il suo show. Ha preso e venduto Suazo, esonerando per giunta Donadoni, ma sostituendolo con il valido Ficcadenti. Se ne è andato il perseguitato Marchetti, Lazzari e Acquafresca, oltre che definitivamente Matri. Il padron presidente può comunque sempre scoprire con i suoi acquisti sconosciuti, poi Astori e Cossu sono rimasti, ma per il momento sembra che non è del tutto soddisfacente l’operato.

 

CATANIA: 4.

E’ arrivata una colonia di ex juventini che hanno perso credibilità: Almiron, Legrottaglie e Lanzafame. Se ne sono andati Berghessio, Schelotto, Morimoto e Silvestre pilastri dell’era Simenone. E’ rimasto il solo Maxi Lopez, ma al giovane mister Montella forse non basterà. C’è da rivedere diverse cose e l’impianto originario che tanto aveva fatto bene è saltato.

 

CESENA: 8.

Alla corte del bravo Giampaolo sono arrivati diversi nomi importanti: Mutu, capace ancora di illuminare con i suoi colpi di genio (che si spera siano più dei colpi di follia), Martinez, in cerca di rivalsa dopo il disastro dell’anno passato, Candreva, Ghezzal. E’ rimasto Parolo e se ne sono andati solo Jimenez e Giaccherini. E’ una provinciale, ma se certi nomi risplenderanno, potrebbe davvero sorprendere.

 

CHIEVO: 6.

Data sempre per spacciata, sorprende sempre. Di Carlo ritorna a casa e ciò potrebbe aiutare, molti acquisti potrebbero sorprendere e si aspetta la consacrazione di Paloschi.

 

FIORENTINA: 6.

Poteva sembrare un disastro visto le imminenti partenze di Montolivo, Vargas, Gilardino e Cerci. Sono rimasti tutti e sono partiti Frey, D’Agostino, chiuso da Montolivo e il ripudiato Mutu. Kharja, Cassani e Lazzari. In più il valore aggiunto è il grande assente dell’anno scorso Jovetic.

 

GENOA: 5.

Si è parlato molto e concluso poco. Doveva esserci una coppia d’attacco Cassano – Gilardino e non è venuto nessuno. Via Criscito, Kharja e nessun nome altisonante a parte Frey. Preziosi vuole essere ambizioso, ma per ora non sembra che possa decollare.

 

INTER: 5.

Ha evitato la disfatta salvando Snejider, dopo l’irreparabile perdita di Eto’o. Gasperini non sembra un allenatore da primissima squadra e i rinforzi qualche perplessità la lasciano. Forlan è un talento puro, ma a 31 anni può incidere? Il last minute Zarate ha qualità, ma pure un carattere difficilissimo e Alvarez ancora si deve consacrare. Il 3-4-3 snatura la vecchia tradizione di Mourinho, sempre più passato remoto che prossimo. Pare proprio che un ciclo sia finito, a beneficio dei cugini rossoneri.

 

JUVENTUS: 7.

Mercato strano. Prima in ombra, poi sembrava essere diventata la regina indiscussa, ma sul finale ha vacillato e ha mancato il colpo proprio nel reparto più problematico: la difesa. Lichsteiner è stato pagato troppo, Ziegler che sembrava subito in partenza è rimasto, ma non è arrivato nessuno tra Lugano e Alex. E’ saltata pure la grandissima trattativa con lo Zenitche avrebbe portato allo scambio tra il deludentissimo Bonucci e l’esperto Bruno Alves. Chiellini, Barzagli, Bonucci e Sorensen fanno ridere rispetto alle difese a Milan e Inter. Tutt’altra cosa a centrocampo dove è arrivato sua maestà Pirlo, con il promettente Vidal, il rapido Elia, più Giaccherini e la scommessa Estigarribia oltre che a prezzo scontato il talentuoso Vucinic. C’è stata una prima potatura Salihamidzic, Almiron, Tiago, Grygera, Felipe Melo, Traoré, Sissoko, ma sono rimasti sul groppone Amauri, Grosso e Iaquinta. C’è da sottolineare l’ottima scelta di Conte, molto più carico, vincente e valido di Del Neri. E’ comunque migliorata e può sicuramente fare meglio (ci vuole poco), ma il Milan è ancora in alto, l’Inter ha ancora qualcosa in più e Lazio e Napoli sono da tenere d’occhio. E’ ancora un cantiere.

 

LAZIO: 8.

Era già una bella squadra e si è rafforzato. Mancavano le punte pesanti ora ci sono Cissé e Klose ed è stato ceduto il problematico Zarate. Con il minimo costo ha capitalizzato, l’arrivo di Marchetti dà garanzia e la cessione di Lichsteiner ha dato una grande plus-valenza. Lotito sarà pure bizzarro in certi atteggiamenti, ma è uno che sa far bene il suo lavoro e la sua Lazio low-cost può fare molto bene, grazie anche all’abilità dell’ingiustificatamente contestato Reja.

 

LECCE: 5.

I baby Juve, Pasquato e Giandonato e il giovane Strasser dal Milan, possono fare la differenza, ma onestamente manca qualcosa e già l’anno scorso la salvezza è avvenuta grazie al suicidio della Sampdoria.

 

MILAN: 8.

Erano e rimangono i migliori. Nessun stravolgimento, ma solo innesti validi come Mexes, Aquilani e il last minute Nocerino, per sostituire l’infortunato Flamini. Una squadra completa salvo che per la fascia sinistra difensiva, lì serviva qualcosa. Peccato per Pirlo, ma le rivali ancora sono indietro.

 

NAPOLI: 9.

I big sono rimasti tutti. La squadra è rimasta la stessa più Inler, Dzemaili, Britos e Pandev. Le piccole lacune sono state colmate, forse uscirà subito dalla champion visto il girone e ciò però potrà dare una grande spinta in campionato. Vince lo scudetto del mercato.

 

NOVARA: 5.

Morimoto, Jeda e Meggiorni sono buoni acquisti, però per la permanenza in A, in prima battuta sembra un po’ pochino. Forse è la più indecifrabile, manca da 50 anni nella massima serie, chissà se sorprenderà?

 

PALERMO: 4.

Ha fatto un sacco di soldi. Ma la squadra non c’è più Sirigu, Bovo, Cassani, Pastore, Liverani, Nocerino e gli innesti di Della Rocca, Alvarez e di Barreto, alungo ai box sembrano insufficienti. Magari scoppierà qualche talento dalla fucina del vulcano Zamparini, ma per ora non ci siamo proprio. Vince come plus-valenze, ma è ultima per i rinfirzi.

 

PARMA: 7.

Se teneva Amauri sarebbe stata la ciliegina e avrebbe completato il suo organico, con gioia e del giocatore e della Juve. Comunque nella già rodata rosa di Colomba, Blasi, Santacroce, Floccari, Biabiany possono fare la differenza. Peccato per Dzemaili, meno per Bojinov e Candreva che non hanno particolarmente convinto.

 

ROMA: 5.

Luis Enrique sembra proprio di un altro calcio, che però non centra niente con quello italiano. Ha perso Mexes, Vucinic, Guberti, Menez e Riise. Kjiaer e Gago sono buoni innesti, Lamela ha grandi prospettive, Stekelemburg è il portiere che mancava, Bojian e Osvaldo non sembrano dare grandi garanzie. Sul finale si è salvata, ma questa Roma non convince proprio.

 

SIENA: 6.

C’è una presidenza ambiziosa, D’Agostino, Mannini e Gonzalez accrescono le possibilità di una tranquilla salvezza.

 

UDINESE: 5.

Ci sono notevoli perdite: Sanchez, Inler, Zapata. E nessun arrivo di rilievo salvo Floro Flores. La prova con l’Arsenal ha fatto vedere che l’impianto c’è ancora, ma non è come l’anno scorso. Difficile che si riconfermi.

 

Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

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