Il calcio piange Emiliano Mondonico, galantuomo della panchina, signore come pochi.
Mondonico(ASI) Nel distinguere un eroe da un galantuomoLuigi Pirandello diceva che il primo si può esserlo una volta, mentre quando si è galantuomini, lo si è per sempre. Per tale ragione, secondo il premio nobel per la letteratura, era molto più facile essere un eroe. 
Emiliano Mondonico è stato sempre un galantuomo. Di lui non si ricorderanno parole fuori posto, critiche non costruttive, perché, semplicemente, non ce ne sono state. Quando penseremo al “Mondo”, torneranno alla mente le imprese, tante, come quelle di Cremona, di Bergamo, di Torino e di Firenze
Nel 1984 la sua Cremonese ottenne, dopo 54 anni, una storica promozione in serie A. Tra i grigio-rossi, si mise in luce un giovane Gianluca Vialli, autore di 10 reti in 37 presenze. 
Le pagine più belle le ha scritte a Bergamo e Torino, soprattutto in Europa. L’Atalanta, nel 1988, nonostante militasse la serie B, riuscì a disputare una semifinale in quella che allora era la Coppa delle Coppe, mentre il Torino, nel 1991/92 fu sconfitto in finale di Coppa Uefa da un Ajax lanciatissimo verso le vette europee. Imprese, dunque, come quella di Firenze nel 2004. I viola dei Della Valle lo chiamano per sostituire Cavasin, e condurre in porto una nave in balìa di un mare in burrasca. 
Ci riuscirà “Mondo”, con la solita grinta e determinazione, quella messa in campo negli ultimi sette anni contro un male che, purtroppo, se l’è portato via. Ci mancherai, “Mondo”, galantuomo della panchina, signore come pochi. 
Raffaele Garinella-Agenzia Stampa Italia
 

Raffaele Garinella-Agenzia Stampa Italia

 

 

Fonte foto: autore Goodcat874 https://it.wikipedia.org/wiki/File:Emiliano_Mondonico_2014.jpg

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