Serie B. Spezia-Perugia 2-1. Il Grifone sbaglia troppo, i liguri ne approfittano.

DiCarmineEsultanzaASI(ASI) Spezia. Meno male che le trasferte in Liguria sono finite, quest'anno. Dopo Chiavari, il Perugia lascia le penne al Picco con lo Spezia, avversaria play off che i grifoni rilanciano con una partita dalle tante ombre e poche luci. Diciamo subito che il pareggio sarebbe stato il risultato giusto, ma il Perugia ha fatto l'impossibile per fare ai liguri un regalo di Natale anticipato.

Il vantaggio del primo tempo, con un capolavoro di Di Carmine in girata, aveva illuso, anche perché lo Spezia, aldilà di una marcata foga agonistica, aveva messo in campo poca lucidità e mai si era reso pericoloso. La prima frazione di gioco è stata combattuta e intensa, con ritmi alti e battaglia su tutti i palloni. Il Perugia si è difeso con ordine, anche se talvolta troppo arretrato. Nella ripresa, i liguri mettono in campo tutte le energie che hanno e, anche se non sono lucidi, creano difficoltà ai grifoni, soprattutto sulle fasce. In particolare, a destra, Del Prete fa capire perché Belmonte (oggi infortunato) gli è stato sempre preferito ultimamente. Il terzino soffre in difesa le incursioni di Migliore e, quando si spinge in avanti, non è mai decisivo. I due gol di Granoche (che col Perugia ha un conto aperto, evidentemente) che permettono allo Spezia di rovesciare il risultato sono il primo, un batti e ribatti, un emblema della cattiveria sotto porta che gli spezzini hanno, i grifoni molto meno; il secondo, un esempio di come Monaco debba ancora accumulare esperienza quando affronta avversari dotati tecnicamente come l'attaccante spezzino, che lo brucia di testa. Gli errori clamorosi di Nicastro (solo davanti a Chichizola la butta fuori) e di Drole, che falliscono il gol del pari, dimostrano che la differenza l'ha fatta la solita, carente cattiveria sotto porta dei grifoni. I quali, oltre ad aver gettato dalla finestra il risultato, tornano carichi di negatività dalla trasferta ligure, con Monaco espulso, Brighi e Di Carmine infortunati forse non lievi. Peggio di così, anche se oggi è il 17, davvero non si poteva.


Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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