Conosciamo i giovani talenti della Serie A: Nicolò Barella

(ASI) Ci sono alcuni calciatori le cui doti tecniche sono talmente palesi fin dalla giovane età, che li si etichetta come predestinati.

Alcuni mantengono tali premesse e si rendono protagonisti di una carriera ad altissimi livelli, altri si perdono e si attestano su standard ben al di sotto delle aspettative. Quando Nicolò Barella muoveva i primi passi con le giovanili del Cagliari, si parlava di lui come del futuro 10 della formazione sarda, nel 2012 entra a far parte del giro delle nazionali azzurre grazie alle convocazioni dell'under 15, e per ben 2 stagioni consecutive gli viene assegnato il riconoscimento di miglior centrocampista italiano classe 1997.
Il 4 maggio 2015 a soli 18 anni Barella esordisce nella massima serie nel vittorioso 4-0 del Cagliari contro il Parma, nella stessa stagione disputerà altri 2 scampoli si partita contro Cesena e Udinese.
Nella stagione successiva il Cagliari lo gira in prestito al Como in serie b, esperienza al termine della quale il piccolo jolly sardo tornerà alla casa base con più consapevolezza ed esperienza. Dal 2016 in poi Barella scala le gerarchie fino a diventare inamovibile nell'undici cagliaritano, nel frattempo, sempre da titolarissimo si fa tutta la trafila delle nazionali giovanili azzurre, fino ad ottenere la prima convocazione in nazionale A nell'ottobre del 2017.
Barella è un regista a tutto campo, un centrocampista moderno dotato di tecnica infinita e tanta personalità nonostante i suoi 20 anni. Le sue doti naturali di leader portano i compagni a passare spesso per i suoi piedi nell'impostazione della manovra, e le sue doti balistiche lo rendono una minaccia nelle conclusioni dalla distanza e nei calci piazzati. Dotato di una rara sensibilità di piede e abilissimo nello stretto, per tocco e visione di gioco ricorda (con le dovute proporzioni) il primo Andrès Iniesta.
Nicolò Barella l'appellativo di predestinato lo merita eccome, perchè uno con le sue infinite qualità è destinato a scrivere pagine indelebili del nostro calcio.

Alessandro Antoniacci-Agenzia Stampa Italia

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