Umbria Jazz 2018: un grande concerto del migliore jazz con Pat Metheny ed il gruppo di apertura Kyle Eastwood Quintet

 MG 8744Dopo la bella esecuzione del gruppo Kyle Eastwood Quintet, dell’omonimo bassista, la serata prosegue con “An evening with Pat Metheny” che esegue insieme a Antonio Sanchez, Linda May Han Oh, Gwilym Simcock”.


(ASI) Perugia. È veramente un ottimo jazz quello che abbiamo potuto ascoltare ieri sera alla Arena di Santa Giuliana, giovedì 19 luglio. Il concerto inizia con un Jazz di ottimo livello, che sebbene abbia una natura Fusion, guarda molto anche alla tradizione americana del proprio genere. Kyle Eastwood, figlio d'arte, esordisce a Umbria Jazz con il suo quintetto. È il figlio del famoso regista e attore Clint Eastwood che notoriamente è amante ed esperto di jazz, avendo anche dedicato un grande film, Bird, alla vita di Charlie Parker. Se il bassista group leader è un buon musicista, il trombettista è bravissimo e con poco spazza via molte delle migliori trombe italiane di ambito. L’esecuzione al contrabbasso di Charles Mingus è per esempio di alto livello e molto apprezzata dagli estimatori. Scivolone invece sul tema di Morricone, “Nuovo cinema paradiso”, per una serie di elementi tecnici, acustici ed interpretativi. Equilibrio, dinamismo e “jazz allo stato puro”, come qualche spettatore ha voluto definire, sussistono per il resto del concerto. Una musica per amatori del genere jazz che merita un ascolto attento.
La serata prosegue con un assolo di Pat Metheny che sale sul palco insieme alla sua chitarra acustica da lui ingegnerizzata, a 4 serie di corde. I toni sono intimisti ed orientaleggianti, nel complesso piacevoli. L’esibizione procede in un ambito prevalentemente tonale e con discorsi musicali articolati. Un approccio di elevata raffinatezza e ricercatezza acustica, alla scoperta del migliore suono, del compiacimento sonoro, dimostrando la continua ricerca musicale dell’esecutore principale. Timbri e melodie metabolizzate, identificabili e facilmente approcciabili per gli ascoltatori. Il modo generale di tutto il concerto è stato quello di proporsi con pacatezza, eleganza e soprattutto maturità. Il virtuosismo tecnico è restato alto ed evidente. Ciò che può essere sembrato sommesso in realtà è stata una scelta di metodo, a soddisfazione del rispetto del genere musicale e della intelligenza musicale degli ascoltatori. Il complesso è tutto ottimo, al difuori del pianista che troviamo ordinario e solo funzionale ad esaudire alcune parti del discorso musicale. Il duetto che emerge ad un tratto, tra chitarra e batteria, è straordinario. La gestione dei sincopati e contrattempi e la delicatezza del batterista sono esemplari. Molto swing, molta tradizione, molta rielaborazione, molta sorpresa. La bassista veramente una musicista talentuosa. Solo verso la fine del concerto i suoni diventano più aspri e ritornano al passato. Bene si comprende il concerto se si considera l’affermazione del compositore e musicista: “Questa volta - ha spiegato infatti il chitarrista - ho voluto rompere il solito schema di scrivere musica, registrare un disco, fare il tour. E poi ho tanta musica composta nel corso degli anni che non ho quasi mai suonato. Ho pensato che sarebbe stato interessante mettere insieme un gruppo davvero scelto di musicisti in grado di coprire la più ampia gamma di tutto ciò che ho fatto precedentemente ed anche possibilmente svilupparlo in qualcosa di più avanzato suonando molto insieme” …ed è stato esattamente così.
Per ASI, Giuseppe Nardelli

 

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