Umbria Jazz 2017: Hiromi e la musica del nostro tempo

 MG 0278Hiromi duet: featuring Edmar Castaneda giovedì 12 luglio Arena Santa Giuliana per UJ 2017

(ASI) Perugia. Prima del concerto dell’Arena di mercoledì 12 luglio appena trascorso, ci imbattiamo, ai Giardini Carducci in un gruppo veramente buono, una formazione prevalentemente di ottoni il cui nome è tutto un programma. gli Huntertones. Musica tonale e ricerca, precisione e grande inventiva per una grande piacevolezza di ascolto. Poi scendendo al main stage incontriamo, dopo tante esibizioni seguite, Hiromi, nel duetto con Castaneda. Un musicista quest’ultimo che si è evoluto molto ed è stato coinvolto in questo progetto della straordinaria pianista o meglio musicista. Hiromi stupisce sempre, affascina molto, coinvolge a dispetto dei suoni bachiani che potrebbero solo sembrare di ghiaccio, operando con progetti originali, non scontati e innovativi. Una pianista jazz, che alcuni esperti di genere proiettano nella new age, ma col dovuto tatto. Quello di Hiromi è un pianismo Jazz degno e riferibile ad Art Tatum, ormai rarissimo in questo ambito. I suoni pianistici sono puri e brillanti. La musica concepita da Hiromi e quella dei suoi partner, credo che sia un jam che bene rappresenti le sensibilità e la musica del nostro tempo. È il prodotto musicale della contemporaneità. Con tutte le sue contraddizioni, complessità, desideri di evasione, modernità, banalità, leggerezze, concetti, amori. Il duetto con Castaneda, l’arpista jazz latino, restituisce un unico suono per la gran parte della esecuzione, i timbri si sposano benissimo. I virtuosismi sono grandi così come le emozioni suscitate. Tutte le libertà stilistiche e tecniche “concesse”. Piacere tattile e uditivo per uno straordinario Flamenco che si sposa perfettamente al pizzicato dell’arpa. Straordinarie soprese ritmiche e aperture armoniche. Il primo tempo si chiude con molti applausi.
Il concerto prosegue in nome di una musica di “incontri” con: Angelique Kidjo’s in Tribute Celia Cruz with Pedrito Martinez special guest. “Angelique Kidjo è stata definita da Time Magazine "Africa's premier diva" e Vanity Fair le ha dedicato una monografia con contributi di Bono e Harry Belafonte. Ha vinto tre Grammy ed una infinita' di riconoscimenti in tutto il mondo. Amnesty International le ha assegnato il premio Ambassador of conscience e l'Unicef l'ha nominata International Goodwill Ambassador. Secondo la BBC è una delle 50 icone dell'Africa. Angelique ha cantato nel 2003 in Sud Africa al concerto per la lotta all'AIDS con Peter Gabriel e Youssou N'Dour e nel 2015 ha cantato nell'apertura dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Questo e molto altro ancora è Angelique Kidjo, che dal Benin in cui è nata ha saputo farsi voce, coscienza e anima dell'Africa con una musica in cui confluiscono i suoni del mondo. Una performer carismatica la cui importanza trascende il mero fatto artistico. Nel suo esordio a Umbria Jazz Angelique rende omaggio ad una grande donna della musica, la grande regina della Salsa, Celia Cruz, icona assoluta della musica latina. Una artista che Umbria Jazz ha l'orgoglio di aver ospitato in memorabili concerti”. Quello che viene presentato al concerto è una musica di fondo etnica, afro e brasiliana nel contempo. Si tratta di una “espressione” vigorosa, che trasporta in pista, semplice, immediata; ma anche voluttuosa, finemente orchestrata, proposta da professionisti precisi in quanto tali e che non tradisce né delude un palcoscenico di natura jazz. Una musica mai banale pur nella sua immediatezza. La presenza scenica è altrettanto impattante e si sposa bene con la gioiosità della esibizione. Apprezzata dagli amanti del genere ed oltre.
Bellissimo il round midnight del Teatro Morlacchi con “Tango suite, remembering Astor Piazzolla”, con Daniele Dibonaventura e l’Orchestra da Camera di Perugia.
Una edizione che con l’andare dei concerti risulta sempre più per intenditori, per fini ascoltatori, per chi segue veramente il genere e i suoi affini; alta. Buona notte a tutti o forse buon giorno per chi leggerà domattina.

Giuseppe Marino Nardelli

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