Perugia-Assisi: bilancio della Marcia per la pace, nel cinquantesimo della morte di Aldo Capitini
marciapace1(ASI) E' stata, quella di oggi, una marcia della pace, da Perugia ad Assisi,  con tantissimi giovani ( circa 10.000 studenti da tutta Italia)  e pochi politici.  Portavano striscioni inneggianti alla pace, al rispetto dei diritti umani e contro ogni forma di discriminazione . Marciavano insieme ai gonfaloni di 286 fra Comuni, Province e Regioni, e alle rappresentanze di associazioni cattoliche e degli immigrati,  Amnesty international, Libera e i sindacati.
"Come ha detto il presidente Mattarella, oggi siamo in tanti, istituzioni, associazioni, scuole e cittadini provenienti da ogni parte d'Italia, per un gesto concreto di responsabilità e partecipazione civile. Una grande occasione di crescita per gli studenti presenti, per essere protagonisti di un futuro fondato su solidarietà, uguaglianza e sviluppo sostenibile":  così  ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Antonio Mastrovincenzo, anche lui in marcia. "L'appuntamento di quest'anno - ricorda Mastrovincenzo - ha ancora maggior valore, cadendo a 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale e a 70 dall' entrata in vigore della Costituzione italiana e dalla firma della Dichiarazione universale ONU dei diritti dell' Uomo". 
Tra pochi giorni, aggiungiamo (19 ottobre), sarà il 50mo anniversario della morte proprio dell' ideatore della marcia: il filosofo e politico nonviolento Aldo Capitini (1899- 1968), l'antifascista amico di Carlo Rosselli e del Mahatma Gandhi, l' intellettuale che nel 1940, insieme a Guido Calogero e ad altri, firmò il "Manifesto del liberalsocialismo" ( risposta da sponda liberale al "Socialismo liberale" di Carlo Rosselli),  e che nel dopoguerra cercò di portare nella cultura poltica italiana - un po' come Adriano Olivetti - il soffio delle nuove idee nonviolente, pacifiste nel senso migliore del termine, federaliste sovra e infranazionali.  A ottobre del 1961, Capitini organizzò per la prima volta, appunto da Perugia ad Assisi, la Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli, in cui per la prima volta fu utilizzata la bandiera della pace, simnbolo dell' opposizione nonviolenta a tutte le guerre,     
"Un impegno per la nonviolenza e il rispetto dei diritti umani va tradotto anche sul piano dei comportamenti individuali. In particolare per chi ha responsabilità di governo e amministrative: non solo rispettando la Costituzione, ma anche mettendo in campo un'azione positiva volta a difendere i diritti umani delle persone", ha commentato  la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini: che alla partenza della Marcia ha voluto invitare al rispetto "del senso che Capitini ha sempre dato a questo evento".
"La presenza alla marcia della Pace- ha dichiarato poi Pippo Civati, fondatore del movimento "Possibile" ( chiaramente ispirato al "Podemos" spagnolo, N.d.R.) , partecipando  insieme alla segretaria di Possibile, Beatrice Brignone - è la conferma del nostro impegno contro la guerra e per il disarmo. Lontano dai riflettori dei media ci sono decine di conflitti in tutto il mondo, spesso alimentati da armi vendute dai Paesi occidentali, Italia compresa".
"Candidiamo al Nobel per la pace il modello Riace", ha proposto infine  Flavio Lotti, coordinatore e anima della Marcia. "Non ci riferiamo a persone in particolare ( vedi il controverso sindaco di Riace, Mimmo Lucano, N.d.R.), e non vogliamo personalizzare la questione:  ma come comitato organizzatore della marcia proponiamo che il prossimo Nobel venga dato ad un modello di accoglienza, integrazione e solidarietà che serve a tutti e che risponde ai valori a cui la marcia si è sempre ispirata".
   Fabrizio Federici - Agenzia Stampa Italia

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