“Zitti, zitti…”. La signora sarà pur “vecchia”, ma vince e convince.  Il Napoli è “mille culure”, a Milano manca la puntualità… Gattuso e Spalletti in ritardo.

zittizitti (ASI) Il noto scrittore Luciano De Crescenzo, ha distinto la “milanese” doccia dalla “napoletana” vasca.

La doccia consuma meno acqua e fa perdere meno tempo; è dunque milanese, produttiva, mentre la vasca è napoletana perché fissa un appuntamento con i propri pensieri.

Ci piace pensare a Carlo Ancelotti immerso,- al termine di una gara bellissima-, nella sua vasca da bagno, alle prese con i tanti pensieri custoditi nella mente. Qualcuno riguarderà sicuramente il Milan, quel diavolo che in una giornata di più di trent’anni fa gli rubò l’anima non per mandarlo negli inferi, ma per consacrarlo tra i vincenti della storia del calcio nostrano.

Carletto,- come lo chiamano gli amici-, in rossonero ha vinto tutto quello c’era da vincere, sia da calciatore, sia da allenatore. Ai napoletani piace sognare, e chissà che il sogno di rivivere i tempi gloriosi di Maradona, non possa trasformarsi in realtà proprio sotto la guida di Ancelotti.

Secondo l’indimenticabile Pino Daniele, Maradona è stato l’unico uomo ad avvicinarsi, per quanto dato ai napoletani, ai Borbone delle Due Sicilie e a Masaniello.

A proposito del celebre cantautore, non possiamo conoscere il suo pensiero su Napoli-Milan, ma ci piace pensare che l’avrebbe definita una gara dai “mille culure”.

Nel primo tempo hanno prevalso il rosso ed il nero, nella ripresa l’azzurro, intenso, forte, acceso.

Il Milan, in totale controllo dell’incontro dopo lo 0-2 di Calabria, si è improvvisamente sciolto come neve al sole, lasciando l’iniziativa ad un Napoli, fortunato nel rientrare immediatamente in partita con l’inesauribile Zielinski, e bravo nel completare la rimonta con la ciliegina di Mertens.

Ancelotti in vasca, cullato dalla schiuma ed assorto nei suoi dolci pensieri, magari intento a fumare il sigaro della vittoria, e Gattuso sotto una doccia fredda, in futuro, forse produttiva, ma oggi utile per scacciare via facili illusioni, come quella di aver immaginato, seppur per un breve momento, di essere l’anti-Juventus.

Le stesse illusioni che devono aver investito l’Inter di Spalletti, scacciate via dall’ottimo secondo tempo del Torino di Mazzarri.

L’Inter di Luciano Spalletti ricorda, almeno in queste fasi iniziali della stagione, quella del Trap del 1986/87. Così come capitato a Rummenigge e compagni, anche l’attuale rosa nerazzurra, - sulla carta fortissima e con pochissimi punti deboli-, in campo va incontro a pericolose amnesie.

Le ultime si sono viste proprio contro i granata, con i nerazzurri capaci di dilapidare due reti di vantaggio, ed assenti ingiustificati per tutta la ripresa.

 

A differenza di Trapattoni, fresco di nomina nel 1986, Spalletti non è nuovo sulla panchina dei nerazzurri, avendo alle spalle un anno di lavoro. Dopo due giornate l’Inter è distanziata da Juventus e Napoli,- non ce ne voglia la Spal-, di ben cinque punti. In attesa della Roma di Di Francesco, i campanelli d’allarme hanno cominciato a suonare. Ignorarli sarebbe gravissimo.

Una domanda dobbiamo porcela: esiste realmente l’anti-Juventus? Se guardassimo alle ultime sette stagioni, la risposta sarebbe scontata. I bianconeri, pur con un Cristiano Ronaldo alle prese con il fisiologico e naturale adattamento al calcio italiano, vincono senza dare l’impressione di soffrire più di tanto. Figuriamoci cosa riusciranno a fare quando Allegri avrà finalmente compreso la collocazione tattica più congeniale all’asso portoghese.

Il Napoli è lì,- almeno per il momento-, incollato alla Juventus, con tanti calciatori che hanno vissuto il percorso di trasformazione cominciato con Rafa Benitez e proseguito con Maurizio Sarri, due facce della stessa medaglia, quella del bel calcio.

Da Hamsik e Mertens, senza dimenticare Callejon, Insigne e Koulibaly, ci si attende quel salto di qualità necessario per evitare, in futuro, di piangere sul latte versato e di recriminare sulle occasioni perdute. L’esperienza di Ancelotti, in tal senso, potrebbe rivelarsi estremamente preziosa, a patto che continui ad usare la vasca.

A Milano stanno già provvedendo, via docce, dentro vasche. Spalletti dovrà riordinare le idee e pare che al centro sportivo nerazzurro si siano organizzati in tal senso.

Ricordate miei cari lettori, le notizie sono di prima mano, molto ufficiose. Restino tra noi, confidenziali, quindi: zitti, zitti…

Raffaele Garinella- Agenzia Stampa Italia

(Twitter: @ga_raf; Facebook: RGarinella)

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