La Santa sede interrogata dall’ONU

(ASI) Ginevra - Il comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia ha rimproverato il Vaticano per non aver riconosciuto l'importanza dei crimini attuati da sacerdoti, nei casi di abusi sessuali sui minori. L’ONU accusa il Vaticano di non rispettare la convenzione contro la tortura, intesa quale strumento internazionale per la difesa dei diritti umani. Quest’ultima è stata approvata dall'assemblea dell'Onu il 10 dicembre 1984 a New York ed è entrata in vigore il 26 giugno 1987 per costituire e regolamentare un sistema di controllo internazionale volto a proteggere l'integrità fisica e spirituale delle persone.
La convenzione è stata ratificata da 145 paesi, tra cui l'Italia e la Città del Vaticano. Molti Stati però non hanno ancora introdotto nel codice penale il reato di tortura, nonostante le numerose petizioni popolari.
Il 5 maggio, l'arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante della Santa sede a Ginevra, ha avuto una nuova audizione presso la commissione contro la tortura. Il capo della delegazione vaticana è stato interrogato ed ascoltato per oltre tre ore dagli incaricati dall’Onu che, alla fine del colloquio, si sono dichiarati molto soddisfatti dalla precisione e chiarezza dei dati forniti.
L'arcivescovo ha risposto che la convenzione firmata nel 2002 è valida solo dentro le mura di Città del Vaticano secondo le Nazioni Unite questo non è esatto in quanto la Chiesa si dovrebbe impegnare al rispetto della Convenzione in tutto il mondo. L’arcivescovo Tomasi ha spiegato che al di fuori del Vaticano il Papa può dare forti indicazioni ai prelati cattolici ma non può obbligare i governi locali.
Papa Francesco ha istituito una nuova commissione interna per la tutela dell'infanzia e la lotta alla pedofilia. Il nuovo organo vaticano è formato da otto membri tra cui una donna irlandese vittima di abusi sessuali ed è guidata dal cardinale O’Malley. La commissione vaticana ha annunciato che studierà delle procedure per costringere i religiosi ad assumersi la loro responsabilità e non farsi trasferire da una parrocchia all’altra e da un paese all'altro.
Il Vaticano ha anche confermato che quasi 400 sacerdoti accusati di abusi sono stati sospesi dalle loro funzioni sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI.

Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia

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