Luigi Bisignani presenta “Il Direttore” al “Tè con Biscotti”.   Liguori: “Italia paese dell’anormale che diventa normale”

(ASI) PERUGIA-  Si è tenuto nella serata di oggi all’Hotel Giò, “Tè con Biscotti – Libere conversazioni sulla politica e sull’attualità”, l’incontro organizzato dal club “Forza Silvio”.

Il tema dell’incontro è stata la presentazione del libro “Il Direttore” da parte dello stesso autore,il celebre ex-giornalista Luigi Bisignani. Presenti  Arturo Diaconale, direttore de “L’Opinione” , e l’avvocato Walter Biscotti in qualità di moderatore del dibattito. Entrambi sono componenti, nelle vesti rispettivamente di “presidente della corte” e “pubblica accusa”, del noto “Tribunale Dreyfus”, l’ associazione anti-malagiustizia italiana che si è recentemente occupata dei casi “Marò” e “Vilipendio”.  Inoltre sono intervenuti anche Anna Mossuto e Paolo Liguori. Nel libro, Bisignani, narra di una spy- story che si svolge all’interno della redazione di un giornale . Gli eventi hanno inizio con l’omicidio di una escort e quello di un uomo trovato impiccato sotto un ponte sul Tevere, per poi snodarsi tra intrighi di potere e collusioni lobbistiche tra il Vaticano, Roma, Milano e Varsavia. Il direttore del Giornale, e protagonista del libro, dovrà fare del suo meglio per mediare tra gli interessi di potenti editori rappresentanti di importanti aziende e potenti gruppi bancari. Nel libro Bisignani analizza i conflitti di interessi di poteri di varia natura, che hanno per comune denominatore il controllo sui mezzi di informazione che diventano strumenti asserviti ad interessi delle lobby finanziarie minando di fatto la libertà di stampa e informazione.”Mani pulite fù un momento cruciale. Proprio per la sua importanza non riuscì ad andare fino in fondo e si fermò dinnanzi a certe “botteghe oscure” che condannarono il paese a subire un rapporto ancor più “stretto” tra la politica e le lobby finanziarie con l’informazione”- ha puntualizzato Bisignani. Secondo l’autore l’unico modo per uscire da questa situazione, sarebbe che lo stato si faccia avanti per finanziari gli “editori puri”, ossia quei soggetti non legati o sostenuti da gruppi di potere finanziario, ma che traggano sostentamento solo dal proprio lavoro. Non ha però omesso di puntualizzare che tale forma di sostegno dovrebbe andare di pari passo con una maggior capacità di autocritica da parte del mondo dell’editoria per evitare cattive gestioni come quelle che hanno portato recentemente alla chiusura de “L’Unità”

Bisignani ha poi puntualizza che il rapporto dell’editoria con il potere è diventato ancor più problematico nell’era di internet. Egli ha identificato nella mancanza di verifica qualitativa delle informazioni riportate sulla rete, una fonte di ulteriori problemi nei già delicati equilibri che regolano il mondo dell’informazione. Oltre alla mancanza di verifica dell’attendibilità, altro punto critico è identificato da Bisignani, nell’eccessiva semplificazione: “Oggi si aprono intere discussioni sui “Tweet”, ossia su semplici e brevi frasi, formulate su un social network da politici, imprenditori e giornalisti. Proprio per la sua natura semplicistica, un tweet non può essere considerato una forma di discussione”- ha dichiarato.

Proprio ricollegandosi a questo tema dell’informazione incontrollata, Paolo Liguori ha esordito parlando di “giornalismo giudiziario”, ossia del fenomeno sempre più frequente per cui ci sono giornalisti che hanno stretti rapporti con le procure d’Italia che permettono loro di pubblicare atti di indagini in corso di svolgimento, finendo per viziare il giudizio dell’opinione e pubblica e lo svolgimento stesso dei procedimenti giudiziari. In tal senso sarebbe da considerarsi esemplificativa la vicenda di Massimo Bossetti, principale indagato del caso “Yara”. Prendendo spunto dall’esempio di Liguori, l’Avv. Biscotti ha analizzato le vicende di Finmeccanica che hanno visto l’amministratore indagato per tangenti, sottoposto a una macchina del fango mediatica, ma infine assolto dalle accuse contestate. Ciò nonostante il danno era stato fatto; poiché nei mesi delle indagini, l’azienda si era notevolmente indebolita e ciò l’ha esclusa dai grandi giochi di potere finanziario internazionali. In questo senso, sia Diaconale e Biscotti, che Liguori e Bisignani, hanno parlato di un paese dove la giustizia viene applicata secondo il principio de “tutti incensurati ma potenziali colpevoli fino prova contraria”. Liguori è andato ancora oltre identificando nel paese una spirale discendente e decadente dove “l’anormalità diviene normalità che fa passare ciò che dovrebbe essere normale per anormale”.

Cenusa Alexandru Rares -Agenzia Stampa Italia 

 

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