Focus Internazionale. La fine della discriminazione geografica in Cina

(ASI) Ondate di persone disoccupate e povere ogni anno invadono le metropoli cinesi dalle campagne, in cerca di lavoro e di una vita migliore.

Per molto tempo, l’hukou, il sistema di residenza obbligatorio, ha aumentato la disuguaglianza nel Paese.  Con una circolare del 30 luglio, Pechino ha invertito la marcia, abolendo di fatto la discriminazione interna alla Cina verso la popolazione rurale. Gradualmente ora verranno restituiti i diritti che spettano ai cittadini cinesi, nonostante arrivino dalle campagne.  Ma come nasce l'hukou? Si tratta di un sistema antico, ideato per controllare gli spostamenti demografici. Dopo un periodo di sospensione, venne reintrodotto da Mao nel 1958, durante il Grande balzo in avanti e il piano economico e sociale degli Anni 50, per legare la popolazione alle comuni popolari. Nasce dunque per garantire un povero stato sociale. Durante gli anni di Deng e dunque del passaggio all’economie di mercato capitalista, l’hukou creava uno strato di manodopera a basso costo utile per lo sviluppo del miracolo economico cinese. L’abolizione di questo regime di divisione potrebbe avere molteplici conseguenze. La prima potrebbe essere lo svuotamento delle metropoli, in quanto si potrebbero creare opportunità di lavoro nuove nelle campagne. Inoltre, la manovra di Pechino potrebbe creare un vasto ceto medio che aumenterebbe la ricchezza del Paese. Lentamente, la Cina si sta trasformando da economia esportatrice in economia importatrice. Questo è il primo passo per la creazione di un enorme mercato interno dalle grandi possibilità.

Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia

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