Focus internazionale. Cronaca di una morte ambientale annunciata
(ASI) Quella dell’uomo contro l’ambiente sembra una guerra infinita dove alcune volte prevale il primo, altre il secondo. Dal 10 al 14 marzo in seno all’ONU hanno avuto luogo i negoziati sui cambiamenti climatici e sulla salute ambientale del pianeta, primi di una lunga serie che si svolgerà durante tutto l’anno. Tra i temi più importanti trova posto la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica, vero cancro mondiale, che non smette di crescere e che secondo le stime potrebbe toccare 55 miliardi di tonnellate entro il 2020. Gli incontri si sono svolti a Bonn, nell’ambito dei negoziati per quanto riguarda la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC). Altri temi importanti che sono stati toccati sono le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, entrambi collegati alla cooperazione internazionale nel campo delle nuove tecnologie in grado di diminuire l’emissione di CO2 e contrastare il riscaldamento globale. Quest’ultimo è la vera sfida dell’Europa, poiché i climatologi internazionali prevedono i primi veri danni del riscaldamento globale proprio in quel continente. L’Europa sarà la grande malata dei prossimi anni, con siccità, alluvioni e in generale un aumento degli eventi climatici estremi. Ma l’Unione Europea rimane divisa al riguardo. Mentre 12 Stati sono a favore del taglio di emissioni di anidride carbonica, in blocca ad Est rimane contrario, bloccando di fatto ogni decisione e ogni strategia a lungo termine. Quella dell’ambiente è una guerra che l’uomo sta perdendo, basta vedere come in Italia Legambiente ha notato che 45 siti monitorati su 91 ha superato i limiti di inquinamento consentiti dalla legge, o come Londra e Parigi sono soffocate dallo smog, o come poche multinazionali siano responsabili dell’aumento dell’anidride carbonica nel silenzio degli Stati e delle istituzioni internazionali. Il tempo scorre velocemente, e all’umanità rimane poco tempo per cambiare rotta.

Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia


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