Osservatorio Europa. Il momento della Scozia
(ASI) Autodeterminazione. Concetto di diritto internazionale secondo cui un popolo ha il diritto di governarsi senza ingerenze esterne. Un diritto che negli ultimi hanni ha subito un freno per varie cause, dalle nuove guerre umanitarie che permettono l’ingerenza internazionale fino alle istituzioni sovranazionali che tendono ad erodere la sovranità statale. Tuttavia, la spinta all’indipendenza non si indebolisce, anzi prende nuova linfa vitale. Per la Scozia il giorno decisivo è il 18 settembre. Si voterà un referendum che deciderà le sorti degli scozzesi. Indipendenza o non indipendenza. La partita non è certa per nessuna delle ipotesi. Mentre grossi colossi economici come Shell si pronunciano per il no, grandi attori come Sean Connery invece sostengono il sì. Per alcuni economisti la base monetaria sarebbe incerta, soprattutto se la Scozia, una volta indipendente, adottasse la sterlina come moneta nazionale, creando una distorsione economica in cui la Banca Centrale inglese non potrebbe intervenire in Scozia nonostante la moneta comune. Infatti Cameron ha fatto pressioni affinché Londra mantenga una certa sovranità monetaria sull’eventuale Scozia indipendente, proprio per evitare l’effetto Euro. Lo stesso Barroso, attuale presidente della Commissione Europea, ha fatto notare che la Scozia, in quanto nuovo Stato, dovrebbe rinegoziare i termini di entrata nell’Unione Europea e, durante le trattative, sarebbe costretta ad aumentare le tasse per mantenere i servizi in funzione e ad un livello accettabile. Avere una moneta comune senza un governo federale è molto rischioso, l’abbiamo imparato tutti sulla nostra pelle con l’Euro. I venti di secessione hanno preso forza in tutta Europa, in cui gli esempi più fulgidi sono la Crimea, di fatto già indipendente, e la Catalogna, che andrà al voto il 9 novembre. Due date importante per il futuro assetto dell’Europa. Se entrambe le nazioni dovessero votare a maggioranza per la secessione, cambierebbe non solo l’assetto europeo ma anche gli equilibri di potere interni. Due date da non dimenticare, che potrebbero cambiare la direzione che ha preso l’Unione Europea.

Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia


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