Festival Internazionale del film di Roma. DORAEMON.

(ASI) E’ tornato il gatto robot blu. Il cartone animato giapponese, nato dalla penna di Fujiko F. Fujio. nel 1969, ha avuto un grandissimo successo in Italia, vantando circa 1300 storie fino al 1996, è ritornato con un film, che riprende tutta la sua storia.

Gli appassionati non ricordano un episodio zero e non ce ne è uno finale, nel film invece c’è un bell’intreccio narrativo con un inizio e una fine. Il discendente di NoBita decide di cambiare il futuro, aiutando il suo trisnonno bambino, vessato dai bulli, somaro a scuola e incapace negli sport. Gli lascia dunque il gatto Doraemon, che renderà la sua vita magica con tutti i suoi marchingegni fantastici (i chiuschi) tipo l’uovo per far innamorare, il guantone prendi tutto, la porta che teletrasporta, il pane memorizzante, il mantello dell’invisibilità, la pozione che fa avverare le bugie. L’obiettivo è quello di rendere responsabile Nobita e di aiutarlo nel conquista del dolcissima Shizuka. Un bel film di animazione sia per la trama, per gli effetti speciali che per i valori. L’amore e l’amicizia sono due profondi sentimenti che con leggerezza, adatta per tutti i bambini, vengono trattati con quel tocco di magia che non guasta mai. Per i trentenni e i quarantenni è un ritorno al passato, come dimostrato dal fatto che le voci italiane sono sempre le stesse delle puntate in tv.

Voto: 9

Daniele Corvi –Agenzia Stampa Italia

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