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Festival del film di Roma: Il paradiso degli orchi.
(ASI) Professione capro espiatorio. Benjamin Malaussen si prende insulti e lamentele di professione presso un grande magazzino. Perché questo? Per sostenere la sua particolare famiglia di fratellastri, con una mamma che non c'è mai e torna solo per partorire figli fatti con uomini diversi: c'è un fratello mezzo sordo, uno con la passione per gli esplosivi, una incinta e un'altra con un dono per la cartomanzia. La vita per Benjamin procede tra sogni a occhi aperti e le sue faccende quotidiane noiose, finché dove lavora avviene un'esplosione e un suo collega muore. La cosa si ripeterà e Benjamin sarà coinvolto in un giallo molto divertente che si lega a un altro mistero. Il protagonista sarà affiancato da una ragazza molto affascinante chiamata "Zia Julia" che vuole vedere il legame dei due casi. Il film è molto divertente con un'attenta scelta dei personaggi e con una precisione chirurgica delle battute. Il film è ispirato all'omonimo libro di Daniel Pennac, ma il regista Nicolas Bary è riuscito a dare vita all'opera del 1985 contestualizzandola e valorizzandola al massimo riuscendo a creare un appassionante giallo-commedia che non fa sfigurare affatto il romanzo. Quello che colpisce è che la vicenda così assurda nel libro, nel film assume quasi una normale eccezionalità ed è bravissimo l’interprete Rapahel Personnax perfetto con il suo sguardo sapesato e dolce a fare il capro espiatorio, come anche la bella Berenice Bejo, che non a caso è una delle possibili candidate alla nomination all’Oscar, anche in questo film la bejo dà prova di versatilità e coniuga sensualità e fascino il tutto con quell’ironia che la rende un valore aggiunto del film.

 

Voto: 8

 

Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia

 

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