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Umbria. Le erogazioni alle Comunità montane commissariate dimostrano la povertà e la mancanza di coraggio nelle riforme approvate.

(ASI) Lettere in Redazione.  Perugia - I relatori di un interessante seminario - svoltosi nella sede del Consiglio regionale poche settimane fa - che riguardava le valutazioni da dare alle politiche ed alle norme approvate dalla massima assise umbra, non avrebbero certo avuto dubbi nel fornire il loro qualificato giudizio circa la legge di abrogazione delle Comunità montane (con relativa istituzione delle “Unioni speciali dei Comuni” e dell’Agenzia forestale) approvata dalla maggioranza di centrosinistra nello scorso mese di dicembre.

Un giudizio necessariamente negativo.  Già all’epoca denunciammo la mancanza di coraggio, l’eccesso di burocrazia e la “pesantezza” complessiva delle procedure per la realizzazione di norme che, sulla carta, avrebbe invece dovuto semplificare il quadro istituzionale umbro.

Solo il riscontro del semplice dato di fatto che manchino tempistiche certe per la liquidazione delle Comunità montane, per l’abrogazione degli Ambiti Territoriali Integrati e per la costituzione delle Unioni speciali dei Comuni, è di per se stesso sufficiente per bocciare dal punto di vista qualitativo la legge.

La necessità da parte della Giunta regionale di rifinanziare - con quasi un milione e quattrocentomila euro - degli Enti in via di smantellamento è un ulteriore dimostrazione della fallimentare attuazione della normativa, che ha visto privilegiare il mantenimento “in prorogatio” di poltrone politiche piuttosto che le reali esigenze dei lavoratori e dei cittadini umbri.

Ci auguriamo, ovviamente, che “a regime” questa legge possa dare anche risultati positivi, ma abbiamo seri dubbi, considerato che i confini delle future Unioni speciali non saranno lasciati alla volontà autonoma dei singoli Comuni, ma saranno di fatto imposti da un neocentralismo regionale.

È del tutto evidente che, per il futuro immediato e - nello specifico - per la imminente riforma della sanità umbra, dovranno invece essere usati parametri differenti, inseriti tempi certi di attuazione e clausole valutative: tutto questo, sia per responsabilizzare il legislatore ( e quindi tutta la classe politica), sia perché si va ad affrontare un tema molto più sensibile, dove spese e ritardi ingiustificati si ripercuoterebbero automaticamente sulla salute dei pazienti e sui servizi offerti alle Comunità umbre.

 Andrea Lignani Marchesani
Consigliere Regionale dell'umbria del Pdl

 
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