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“Centro di documentazione dell’Arte Contemporanea”: solo proclami e nessun beneficio, se non per le solite “caste”, per Città di Castello.

Si ricomincia con la politica dei proclami: purtroppo sappiamo già come andrà a finire. Per Città di Castello niente di buono in vista quanto alla costituzione di un “Centro di documentazione” per l’arte contemporanea, un progetto che sembrava ormai acquisito.

 L’impegno della passata Giunta regionale (testualmente scritto nel D.A.P.) era infatti quello di fare della città tifernate la capitale regionale dell’arte contemporanea: non un “regalo”, ma un doveroso omaggio ad Alberto Burri. Un impegno che sembra però avviato ad essere disatteso e che si sta trasformando nell'ennesimo naufragio per Città di Castello a favore di altri centri umbri. Foligno, ad esempio, ha legittimamente avviato un’esperienza in tal senso, lasciando i tifernati a disquisire su “passaggi di proprietà” per un centro di documentazione che risponde esclusivamente a logiche di nicchia e non certo allo sviluppo del territorio. Occorre preliminarmente una “operazione trasparenza”, parametro clamorosamente mancato all’interno della “Fondazione Burri”, la quale ha tenuto - attraverso i suoi esponenti - un atteggiamento omertoso nei confronti delle Istituzioni comunali, ad esempio rifiutando ai Rappresentanti del popolo informazioni elementari quali l’entità delle parcelle degli avvocati. Altra storia nota quella di Consiglieri di Amministrazione della “Fondazione” che hanno fatto gli interessi di altre esperienze culturali, in palese contrasto con le finalità tifernati. Ma oggiAggiungi un appuntamento per oggi la Città ha il diritto di sapere come la “Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello” potrà acquistare Palazzo Vitelli e a quali voci di uscita sottrarrà per anni ossigeno e disponibilità in campo sociale e culturale. Il gioco è chiaro: si continuano a chiedere soldi per progetti al Ministero della Cultura senza coinvolgerne gli esponenti, per poi successivamente gridare contro il Governo che verrà indicato in modo inammissibile come unico responsabile del fallimento dell’iniziativa. Si continua, in sostanza, a voler utilizzare - senza renderne conto - risorse nazionali, gestendo fondi non di propria competenza e perpetuare un potere di “casta” ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi inaccettabile. In attesa del più che probabile arenamento dell'iniziativa (ma vorremmo essere smentiti dai fatti), qualcosa ci dice che si procederà - trovando nelle pieghe del bilancio regionale qualche decina di migliaia di euro - alla costituzione societaria del “Centro” al fine di distribuire cariche, gettoni e prebende, oltre all’ambitissimo posto di Direttore scientifico da dare ad amici o a figli di amici, in logica puramente ereditaria. In un contesto socialmente difficile, questo atteggiamento da parte di Regione e Comune è assolutamente ingiustificato e vergognoso, che si fanno strumento di logiche di sottopotere e non politiche per convenienze di natura clientelare ed elettorale. Vigileremo affinchè le poche risorse a disposizione siano impiegate in maniera trasparente e senza inutili doppioni.
Andrea Lignani Marchesani

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