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Sinistra Ecologia e Libertà per cambiare La Politica. Intervista al Coordinatore di Sel per l’Umbria, Luigi Bori

(ASI)Sessant’anni, alla sua terza gioventù, come dice lui. Gigi Bori, funzionario di banca in pensione, già sindacalista di spicco nella CGIL, eletto all’unanimità Coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà al congresso costitutivo del gennaio scorso, parla della sua nuova esperienza con l’entusiasmo di un ventenne.

Sarà perché le sedi di SEL, al contrario delle sedi di altri partiti, sono frequentatissime dai giovani: “l’età media dei componenti delle segreterie provinciali e regionale è 38 anni”, precisa con orgoglio. Lo abbiamo sentito per conoscere meglio, tramite lui, i motivi del fermento che si è creato intorno al partito di Vendola.


Bori, ad un anno dall’avvio dell’esperienza di SEL in Umbria, che primo bilancio ne può fare sul piano organizzativo e politico?

In realtà, la fase congressuale vera e propria risale solo al settembre scorso, eppure, in questi pochi mesi, abbiamo assistito ad un sorprendente radicamento di SEL in molte città e paesi dell’Umbria. All’inizio, il partito si è radicato in alcuni centri più grandi della regione, come i due capoluoghi, Foligno e Orvieto. Adesso, sono nati insediamenti in altri centri, sia medi (Spoleto, Narni, Assisi, Castello, Gubbio, Todi, Marsciano, il Trasimeno) sia piccoli, come Aerona, Attigliano e Sangemini. Nei primi mesi del 2011 gli iscritti sono raddoppiati rispetto al 2010, e già contiamo diversi sindaci e consiglieri di comuni umbri tra i nostri tesserati. Il dato politico più rilevante è senz’altro la presenza di tanti giovani che non hanno subito il fascino di nessun altra forza politica e, invece, trovano in SEL una risposta alla loro voglia di prendere parte alla politica. In SEL questi giovani possono crescere senza bruciarsi, possono sperimentarsi senza stare in prima linea. Per aiutarli, stiamo anche ragionando sull’ipotesi di attivare una scuola di formazione dei nostri quadri per poter creare un minimo di base e di spessore politico.

 

Analisi e sondaggi dicono che molti delusi della politica del centrosinistra si orientano verso Voi perché SEL sembra loro non compromesso con la politica, vuota, cinica e autoreferenziale che sembra dominare la scena in Umbria come in Italia.. Non c’è il rischio che ne possano approfittare anche alcuni politicanti saltimbanchi sempre pronti a salire sul carro che vince?

Il rischio ci può essere, ma finora ha funzionato come antidoto la “ragione costitutiva” di SEL, che è insieme un obiettivo programmatico di fondo ed una enunciazione di metodo politico: riaggregare la sinistra sui valori forti della sinistra, e non sui ceti politici della stessa. Anzi, direi a prescindere da quei ceti. Questa “mission” di SEL ha attratto molte donne e uomini senza esperienza specifica in politica ed ha funzionato da repellente per la categoria degli evergreen dell’opportunismo. E’ vero che l’iscrizione a SEL è libera e senza filtri a priori, perché si fa on line, e questa scelta di democrazia potrebbe rappresentare un fattore di rischio nell’accogliere nel partito anche chi ci entrasse per calcoli poco nobili. Però, il dato di fatto è che gli organismi votati nei congressi delineano una classe dirigente nuova e spesso senza esperienze politiche precedenti, e questo è al tempo stesso un sintomo ed un freno contro quei rischi.

 

Secondo Lei, quali elementi fondamentali in questa fase politica connotano SEL e ne costituiscono i fattori forti di aggregazione per una galassia di persone provenienti da esperienze anche molto variegate?

Sinceramente, direi che il primo dato fondamentale è Nichi Vendola. Sembrerà anomalo per un partito che non è leaderistico, ma il fatto è che Vendola incarna valori della tradizione di sinistra che gli altri partiti non sanno più trasmettere e di cui la gente, invece, sente ancora il richiamo e l’importanza. Nichi facilita l’identificazione e le persone si appassionano al suo messaggio non per il suo eloquio affascinante o per la poesia con cui parla di cose concrete della vita di ogni giorno, ma per quello che Vendola ha saputo fare in coerenza con quei valori nella sua esperienza in Puglia. L’altro elemento importante è che SEL sa dire con nettezza quello che pensa delle cose del mondo ed ufficializza la sua indignazione rispetto allo squallore, alle pratiche compromissorie e al tradimento verso i cittadini della politica tradizionale. Per fare un esempio, SEL non è stata mai ondivaga rispetto al problema del lavoro. Da sempre ha ritenuto la precarietà una iattura per lo sviluppo economico e per la dignità delle persone, e tra la FIOM e Marchionne, al contrario di tanti esponenti del mondo politico e sindacale, non abbiamo avuto incertezze da che parte stare.

 

SEL dunque è stata finora attrattiva per la forza dei valori e la chiarezza delle parole, in questo facilitata anche dal fatto di non avere, se non in misura marginale, incarichi e responsabilità istituzionali. Ma, con le prossime tornate elettorali, locali e nazionali, molti esponenti di SEL entreranno nelle istituzioni e dovranno affrontare la prova di maturità di restare fedeli a valori e principi diventando, nel contempo, punti di riferimento dei cittadini nella concretezza della quotidianità, che può costituire l’altezza ma, se male interpretata, anche la bassezza della politica…

Non ritengo che, almeno in Umbria, entreremo massicciamente nelle istituzioni. In molti comuni dove si vota adesso, sarebbe già un successo significativo riuscire ad avere nostre rappresentanze. E voglio sottolineare che fin qui non abbiamo mai parlato con nessuna delle forze politiche di centrosinistra di posti, poltrone ed incarichi in caso di vittoria. In Umbria sarà una partita particolarmente difficile perché è una regione dove storicamente non c’è mai stata alternanza e ciò ha creato stratificazioni di potere, collateralità e consociativismo di cui si avvantaggiano, nel momento elettorale, tutte le forze di centrosinistra. Non voglio però eludere la domanda e dico che in alcune amministrazioni locali abbiamo già nostri rappresentanti, sindaci e assessori, che hanno saputo portare elementi innovativi nel governo della cosa pubblica in coerenza con i valori cui SEL si ispira, a dimostrazione del fatto che è davvero possibile un nuovo modo di esercitare il potere “con” e non “sui” cittadini , con spirito di servizio. Penso per esempio alle esperienze di Foligno e Terni, dove nostri amministratori hanno portato nelle giunte (e sono stati, devo dire, ben accolti dagli esponenti delle altre forze politiche) queste modalità di trasparenza e di ricorso continuo alla partecipazione ed all’informazione dei cittadini su problematiche e scelte rilevanti in materia di rifiuti, di promozione culturale etc. E sia chiaro che quello che già siamo in quelle città, vogliamo continuare ad essere anche nelle altre in cui ci presentiamo ora all’elettorato: in tutte le nostre campagne elettorali stiamo parlando di contenuti e valori, non di scambi materiali.

 

La collocazione naturale di SEL è il centrosinistra, ma un po’ ovunque il rapporto con gli altri partiti di quella parte è difficile. Perché? Nei giorni scorsi, Vendola ha proposto a Bersani un Patto di consultazione PD-SEL per far uscire la sinistra dalla nebulosa in cui è. Il famoso “telaio” su cui intessere una proposta politica nuova del centrosinistra di fronte alla decadenza del berlusconismo, attorno a quali cardini dovrebbe lavorare?

Il rapporto è difficile perché la novità di SEL scomoda tutti i partiti, anche del centrosinistra, che dallo scardinamento del sistema politico attuale hanno da temere la perdita di rendite di posizione acquisite e consolidate. Eppure, i conservatorismi di ogni tipo oggi paralizzano e impoveriscono l’Italia e l’Umbria. Occorre far entrare aria fresca nel dibattito politico, e mettere al centro valori antichi come il lavoro stabile per i giovani, perseguiti con scelte politiche innovative. Centrale è, per esempio, l’approccio ecologico nella gestione del territorio come risorsa. Il rischio idrogeologico è altissimo in Italia, ma affrontarlo non deve rappresentare solo un’emergenza: può essere, invece, un’opportunità per liberare risorse in modo produttivo e creare lavoro. In Umbria, per fare un esempio locale, ci siamo arroccati sul fortino conservatore a difendere il tabacco e lo status quo di tutele e rendite ad esso connesse, mentre con coraggio e innovazione si potrebbero fare scelte diverse, capaci di creare opportunità di crescita in tutto il filone della cosiddetta green economy.

 

Malgrado questa analisi, comunque, il fine ultimo di SEL resta la creazione di un soggetto politico unitario della sinistra?

Direi di più, direi che questo è un principio fondativo di SEL. Per dirla in breve, noi lavoriamo per un ricompattamento unitario della sinistra, non necessariamente dentro uno dei partiti esistenti. E deve essere chiaro che SEL non vuole nessuna primogenitura su questo discorso, né ambisce ad essere la casa-madre che tutti gli altri ingloba. Non ci interessa annettere o essere i primi della classe, a noi interessa che da un incontro alto tra le diversità della sinistra, possa nascere la forza per rilanciare la politica.

 

Sempre in tema di problematicità di rapporti con il centrosinistra, torniamo in Umbria ed ai casi dei Comuni dove si vota adesso, Assisi, Castello e Gubbio…

Assisi ha rappresentato per noi il modello da praticare dappertutto. Il nostro Carlo Cianetti è il candidato del centrosinistra al termine di un percorso lineare ed esemplare, che noi vorremmo riproposto ovunque, con elezioni primarie aperte e soggetti della società civile protagonisti, accanto ai partiti e anche fuori di essi. Adesso, il centrosinistra può nutrire anche qualche speranza in più, perché la novità Cianetti è in grado di richiamare alle urne una parte dell’elettorato di sinistra che non aveva più votato perché delusa dal centrosinistra locale. A Città di Castello, Simone Cumbo, segretario di Lega Ambiente Alto Tevere, sarà il capolista di SEL, che si presenta con una lista distinta dal centrosinistra. Nella città tifernate, la nostra pressante richiesta di discontinuità e rinnovamento, non è stata ascoltata da Pd e socialisti, per cui siamo dovuti andare da soli. Se, in questa situazione, riusciremo ad avere una rappresentanza in consiglio, sarà un bel successo per il nostro gruppo di giovani che hanno voluto con fermezza distinguere SEL dalle logiche che hanno contraddistinto le primarie del centrosinistra. A Gubbio, infine, per difficoltà organizzative, SEL ha fatto la scelta di appoggiare il candidato del centrosinistra uscito vincente dalle primarie, Guerrini, che tra l’altro, tra quelli in lizza, era il più giovane di età ed il meno compromesso con gli assetti passati.

 

SEL è fuori dal Consiglio regionale dell’Umbria solo per la penalizzazione di una legge elettorale molto discutibile. Tuttavia, da forza politica che si propone per il governo dei problemi anche nella nostra regione, quali priorità individua per il nostro territorio?

Una su tutte: in un momento di crisi e di precarietà, rendere trasparente ai cittadini la spesa pubblica, dimostrare come si sanno ridurre sprechi e privilegi (per esempio, le troppe consulenze che alimentano un sottobosco davvero odioso) o come si riesce a qualificare la spesa destinando risorse a scelte fondamentali, capaci di attirare investimenti, mentre oggi si assiste ad una emorragia di imprese che se ne vanno dall’Umbria perché non trovano infrastrutture adeguate ed una burocrazia a loro servizio. Tutto ciò sottende ad un principio etico che troppi esponenti della classe dirigente dimenticano: le risorse vengono dalle tasche dei cittadini e non dalla inventiva dei politici, per cui ne va onorato l’uso corretto, oculato e finalizzato al bene generale. Un’altra priorità consiste nel fare scelte radicali e nuove di gestione del territorio e delle sue risorse. Le annunciate riforme regionali degli enti e organismi che si occupano a vario titolo della materia, dalle Comunità Montane all’Arusia, fino al nuovo ente per la forestazione, se saranno solo l’occasione per i soliti regolamenti di conti e per le spartizioni di potere che devono puntellare reti consolidate di interessi particolari, non serviranno a niente di utile per i cittadini. Invece, devono essere l’occasione per ripensare in maniera intelligente e coraggiosa le politiche di tutela, valorizzazione e promozione del nostro patrimonio ambientale, come ho già detto prima.

 

SEL si connota per forti richiami valoriali. Questi valori per i quali adesso lei sta lavorando in SEL, quali legami possono evocare con il suo trascorso vissuto politico? In altri termini, le sue passate esperienze di impegno sociale e politico, come si riannodano alla sua attuale militanza in SEL, a quali principi e personaggi si ispirano?

Bisogna “osare la speranza”, che è un motto delle Brigate partigiane liguri comandate dal fratello di Don Gallo, personaggio che esercita in me una forte attrattiva per il suo rigore fuori dagli schemi e per la dedizione agli ultimi, che dovrebbe essere l’ispirazione fondamentale dei partiti di sinistra. E un altro personaggio rappresenta per me un messaggio valoriale eccezionale: Enrico Berlinguer. Di lui, in particolare, mi piace ricordare la frase con cui, poco tempo prima di morire, diceva di essere orgoglioso soprattutto di una cosa, e cioè di essere rimasto fedele, per tutta la sua vita, agli ideali giovanili che lo avevano portato alla militanza. Ecco, nel mio piccolo, credo anche io che i valori per cui mi sono impegnato fin da giovane in politica e nel sindacato, sono gli stessi per cui adesso mi sto impegnando in SEL. E poi, da umbro, non posso non citare due altri personaggi che per me costituiscono fonti di ispirazione: San Francesco, per il suo saper legare misticismo e amore per il creato, che è poi rispetto per i luoghi e le risorse in cui viviamo; e Aldo Capitini, per ciò che ha rappresentato nel mondo con il suo messaggio nonviolento da cui discendeva un impegno civile ed un pacifismo tutt’altro che di maniera. Tornando ai nostri tempi, voglio citare come mio assoluto punto di riferimento Giovanni Falcone, di cui ho esposta una foto nel mio ufficio. Falcone rappresenta i valori di giustizia e legalità calpestati nel nostro Paese ed invece imprescindibili per la democrazia.

 

L’ultima domanda vorrei se la facesse da solo, per poter dire, rispondendosi, qualcosa che ritiene importante esprimere, non avendone avuta l’occasione in questa intervista...

La domanda è: “C’è la possibilità che questo nostro Paese possa tornare a praticare la democrazia in maniera autentica e reale?” La risposta che dò è che questo sarà possibile solo se sapremo riscoprire, rivalorizzare, riaffermare nella prassi e nella concretezza, a tutti i livelli, i valori della Costituzione del 1948, sui quali si è fondata la Repubblica. Valori che poi, nel tempo, sono stati resi inoperanti, o svuotati di sostanza concreta. Per esempio, l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, l’uguaglianza dei punti di partenza, che dovrebbe garantire a tutti di accedere con pari opportunità ai servizi, al lavoro, ai concorsi pubblici, senza privilegi e penalizzazioni.

 

 

 

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