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L'Università degli Stranieri di Perugia ricorda il Senatore Giorgio Spitella
(ASI) L’Università degli Stranieri di Perugia, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, ha voluto ricordare il suo ex Rettore Giorgio Spitella, umbro di Foligno, che iniziò nel 1956 come segretario provinciale della Democrazia Cristiana di Perugia, ma già negli anni Quaranta militò nella Gioventù Italiana dell’Azione Cattolica umbra. All’incontro tenutosi in data 9 Aprile nell’aula Magna dell’Università degli Stranieri, erano presenti la Rettrice, Stefania Giannini, il professor Giovanni Colombo, la professoressa Vittoria Garibaldi e persino i presidenti Emilio Colombo e Pierferdinando Casini.

La Rettrice, Stefania Giannini, introducendo l’incontro, ha ricordato il suo predecessore, che ha dato impulso alla legge 204 del 1992, che ha riorganizzato la legge fascista del 1925, che istituì l’Università per Stranieri di Perugia e Siena. Dopo di che ha presentato gli illustri ospiti e cedendo la parola alla figlia Mariangela Spitella.

Mariangela Spitella ha ricordato suo padre come un uomo che si è adoperato moltissimo per i giovani e che ha lottato contro il precariato. Ella ha voluto sottolineare che avrebbe partecipato alla manifestazione contro il precariato, se non fosse stata impegnata nell’evento in memoria di suo padre, che le manca sia come punto di riferimento che come uomo di valori e principi.

Il professor Giovanni Paciullo, con una commovente e precisa relazione, ha dato l’idea chi fosse il politico e l’uomo Giorgio Spitella. “Uomo di parte, di valori, ma anche programmatico” che ha sempre preso esempio dai grandi padri Costituenti, come Mortati. Paciullo ha potuto condividere sia un’esperienza parlamentare, che una profonda e proficua collaborazione nell’Università per gli Stranieri, che ricorda sempre con grande affetto e nostalgia.

La professoressa Vittoria Garibaldi, ricorda Spitella “Il senatore dell’Umbria”, appartenente al IV e V Governo Moro. Ha ripercorso con precisione le tappe che hanno dato notorietà allo Spitella, soffermandosi sul suo importante contributo all’istituzione del Ministero dei beni culturali, collaborando con Spadolini. Oltre all’importanza che Spitella diede alla cultura, si associa il grande impegno che ebbe nell’istruzione e da qui il grande lavoro alla Stranieri. Verso la conclusione la Garibaldi si è commossa, ricordando quanta importanza avesse avuto nella sua vita e di come, in particolare, un giorno, egli, vestito di grigio era carico di entusiasmo per il provvedimento dell’ex sindaco Valentini che diede la possibilità di dedicare ampi spazi del Palazzo dei Priori alla pittura.

Grande è stato poi l’intervento del Presidente Emilio Colombo, che capeggiava la corrente democristiana a cui partecipava Spitella, ha salutato Casini, definendolo “un ragazzo”, ricordando l’espressione con cui lo definivano lui e Spitella e citando aneddoti e episodi di un comune grande passato politico è arrivato a soffermarsi sulla crisi di valori morali e culturali che attraversa oggi la politica. A due giorni dal suo novantunesimo compleanno ha chiamato alcuni ex politici di allora, come Paciullo, chiedendogli “dove siete finiti?”. Dove sono, si è chiesto, quei grandi uomini di spessore, che sono stati sostituiti da ignoranti che portano avanti solo l’interesse personale, dimenticando sia l’importanza del mandato culturale che le radici cristiane. Si è lamentato che l’identità politica-cristiana si è perso a svantaggio di una “dittatura della democrazia male organizzata”.

Il Presidente Casini si è allineato al pensiero del “maestro” Colombo e come lui ha cambiato il discorso preparato e si è soffermato sulla figura di Spitella, come uomo di grande cultura. Egli, come Moro, Andreotti, Fanfani, Saragat era un uomo di grande cultura, cultura che oggi non c’è più nella classe dirigente, priva anche di valori etici. Questo fattore insieme alla caduta del collegamento tra la rappresentanza elettorale e il territorio, che spesso e volentieri porta ai vertici non le persone che sono radicate nella popolazione, ma solamente amici dei potenti, sono le cause di questa grande crisi politica a cui si potrebbe rimediare richiamandoci a quei valori che i Grandi avevano e che però sono stati dimenticati. Casini del suo originario discorso ha ripreso la conclusione, citando Giovanni Paolo II, che in occasione della sua venuta a Perugia nel 1986 ammonì i presenti, ta cui il Rettore Spitella, a organizzare un vero e costruttivo dialogo culturale. Spitella ascoltò e attuò l’impegno preso con il Pontefice.

Accompagnate, da la Romanza in FA maggiore di Beethoven e da Thais di Massenet, suonate al violino da Patrizio Scarponi e al pianoforte da Giuseppe Pelli, sono state proiettate immagini del politico, parlamentare, Rettore e uomo Giorgio Spitella, che ha lasciato un ricordo indelebile in Umbria e non solo.

 
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