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Con la “rotazione “ di Tomassoni la Regione Umbria cambia passo

(ASI) C’è il fondato sospetto che si sia trattato di un perfido disegno politico di Giampiero Bocci, che, battuto alle primarie da Catuscia Marini, si è voluto vendicare indicando Franco Tomassoni come rappresentante della ex Margherita (ma c’è ancora? E, se c’è, conta qualcosa?) nella giunta regionale.

Dopo cinque anni rimasto in sonno tra i banchi di palazzo Cesaroni, con in tasca circa 400.000 euro cash (rapporto costo/benefici da strapparsi i capelli) è diventato assessore al Personale ed al Bilancio. Subito, già il giorno dopo la nomina, il suo programma è stato solennemente proclamato: “riduzione e rotazione”. Dare un colpo netto al passato, dimenticare alla svelta la presidente Maria Rita Lorenzetti, e tutto quello che ha fatto in due legislature. Perché? Questo è stato, un po’ per tutti, veramente sconcertante e difficile da comprendere, ma ci saranno state delle ragioni che ancora non conosciamo del tutto. Intanto, c’è da dire che questo immediato bisogno di rotazione, solo per dare un segno di discontinuità, era del tutto campato in aria. Tanto campato in aria che poi, alla fine, non c’è nemmeno stato, nonostante il commovente impegno profuso dall’assessore circondato dal gotha dell’amministrazione. Dal faticoso travaglio è venuto fuori un clamoroso bluff, il nulla. Due nuovi direttori, Caporizzi e Antonelli, continueranno a fare quello che hanno sempre fatto da venti anni a questa parte; Duca, il terzo direttore, creatura di Orlandi, farà quello che ha sempre fatto, cioè si occuperà di sanità, come prima. Che genio! Poi il tocco di classe: riduzione. Una decisione di straordinario livello che darà, indubbiamente, subito, i suoi frutti, tanto che un giornale, con involontaria comicità, e straordinaria lungimiranza, ha titolato “ridotti i direttori, la Regione cambia passo”, su questo non ci sono dubbi, specialmente se prende quello veloce di Tomassoni. Il quale ora è tempestato di telefonate dei presidenti e degli assessori di tutte le Regioni, comprese quelle a statuto speciale, che chiedono insistentemente un corso full-immersion, da tenersi possibilmente al lago Trasimeno, (con le bombole d’ossigeno) per capire, ed eventualmente copiare, questa riorganizzazione strategica che non ha eguali al mondo.
L’uomo del Lago spiegherà agli stagisti, con la lucidità che lo contraddistingue, e con lo spessore culturale che tutti gli riconoscono, come sia stato possibile concepire questo capolavoro. Almeno c’è stato un risparmio ? Manco quello, ma questo lo vedremo in un’altra occasione.    Tomassoni è, dunque, una specie di cavallo di Troia mandato da Bocci per fare un dispetto alla Marini? Oddio, potrebbe, certo, essere un’ipotesi verosimile, ma cavallo, no, appare un po’ troppo. A pensarci bene, però: che diabolico quel Bocci…

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