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Stipendi ridotti ai manager della Sanità grazie ad una proposta dell’opposizione. La Giunta regionale rispetti la volontà unanime del Consiglio.

(ASI) Lettera in redazione .L’articolo 17, grazie ad una nostra proposta in Commissione, della Legge regionale sui costi della politica approvata all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 20 dicembre parla chiaro. Lo stipendio di qualsivoglia dipendente regionale con qualunque natura contrattuale ed onnicomprensivo di qualsiasi voce non può eccedere quello del Presidente della Giunta regionale. Una regola di evidente buon senso e che fa chiarezza una volta per tutte su stipendi d’oro inammissibili in tempi di vacche magre e che, al contrario di quelli dei politici, quasi mai sono messi sotto la lente di ingrandimento da parte di media ed opinione pubblica. La prima conseguenza pratica di questa norma è che i nominati nelle Aziende Sanitarie ed i vertici tecnici della sanità regionale dovranno per così dire accontentarsi di soli 150.000 euro l’anno. E già sono cominciati i primi mal di pancia e gli imbarazzi politici. Evidentemente i sacrifici li devono fare tutti ma qualcuno vuol far valere l’appartenenza ad una casta poco visibile ma molto potente. Tanto che la Giunta regionale sembra voglia aggirare la norma giocando sulle 24 ore che sono intercorse tra la nomina dei Direttori e la pubblicazione della Legge in questione sul Bollettino Ufficiale. In pratica, è il ragionamento della Giunta, siccome ho nominato prima dell’entrata in vigore posso pagare di più i Direttori. Si tratterebbe di un aggiramento inaccettabile della volontà unanime del Consiglio (di cui fanno parte anche la Presidente e molti Assessori) che ci costringerebbe a segnalare il tutto alla Corte dei Conti. Se la Giunta e la maggioranza di Centrosinistra ci hanno ripensato e reputano troppo basso uno stipendio di 150.000 euro per alcuni burocrati regionali lo innalzino seguendo il consueto iter di presentazione di  una proposta di Legge in Commissione ed Aula e se l’approvino prendendosi una responsabilità diretta presso l’opinione pubblica regionale.

 

 

 

Massimo Monni                                     Andrea Lignani Marchesani

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