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Perugia, crocevia delle idee e delle tendenze

Da Perugia segnali contrastanti...

Nota per il suo XX Giugno, importante momento storico nell'alveo della più ampia lotta per l'unità d'Italia, nota per aver dato le origini alla Marcia su Roma, nota quale principale avamposto della Resistenza partigiana nella Guerra, Perugia, città patrocinante della Marcia della Pace, è una città che ha visto nascere e transitare numerose idee e nuove tendenze. Dalle Corporazioni al Collegio del Cambio, dalle Arti Liberali all’Edilizia e alla Massoneria, la città, probabilmente anche a causa della presenza di una nota e storica Università per Stranieri, pare continuamente aprirsi in ogni epoca ad un mondo in evoluzione.
Sembra non essere un caso, dunque, che la neonata formazione finiana, Futuro e Libertà, abbia individuato proprio qui la sede per il suo primo congresso nazionale. Ci saranno tutti: dal suo leader, nonché Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Italo Bocchino, fino ad arrivare ad intellettuali del calibro di Luca Barbareschi e Adolfo Urso, senza tralasciare i mai secondari riferimenti a Tocqueville e ai Tea Party, questa due-giorni sembra pensata per rientrare in una più ampia quattro-giorni di magno gaudio dell’ex Alleanza Nazionale, che si concluderà con la consueta celebrazione post-missina dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino. Poco dopo Eurochocolate e in contemporanea con la tradizionale Fiera dei Morti, il capoluogo dell’Umbria, perciò, si ritroverà nuovamente a calamitare l’attenzione generale del Paese. Eppure, Perugia ha anche un’altra faccia.
È forse la sua collocazione geografica, collinare e tellurica, ma indubbiamente e ancor più la componente Etrusca, con le sue mura e le sue fortificazioni, più oscura e meno nota, ma molto più intrinseca, a determinare una realtà fatta di diffidenza e di chiusura, che, sicuramente, urta non poco con quell’apparenza cosmopolita e sorridente che troppo frettolosamente le viene assegnata. Perugia è tortuosa e controversa, proprio come la sua storia.
E proprio mentre, tra raffinatissimi aperitivi e cravatte setate, andrà in scena la manifestazione dei finiani, spuntano in città necrologi celebrativi per l’anniversario della morte di Jean Thiriart, un intellettuale dai percorsi molto peculiari e ancora incomprensibili ai più, che votò la sua intera esistenza alla lotta contro l’imperialismo americano e che, forse per primo e in tempi avversi, comprese la necessità dell’unità tra l’Europa e la Russia, quando questa era ancora emblema dell’Urss, separata da un Muro che, molti pensionati e lavoratori, da quella parte, vorrebbero perfino rialzare. Con buona pace dei profeti d’Occidente.

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