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Dall’Economist - Chi verrà dopo Mario Monti?
(ASI) Il 25 Aprile in Italia si festeggiava la liberazione dall’occupazione Nazista ed il primo ministro Mario Monti ha evocato lo spirito del 1945. Parlando a seguito dell’ultimo euro- panico che ha devastato i mercati finanziari italiani, Monti ha dichiarato che gli italiani possono riuscire a superare la crisi se, come i partigiani nella seconda guerra mondiale , ognuno lavorasse “nell’interesse del paese de del bene comune”. Le parole di Monti sono state ricevute con particolare attenzione in quanto un politico italiano ha appena lanciato l’ipotesi di una grande coalizione per tenere Mario Monti al potere una volta scaduto il mandato, alle prossime elezioni primaverili. Pier Ferdinando Casini, nel corso di un’intervista alla Repubblica avrebbe dichiarato il suo desiderio di coinvolgere altri nel progetto, per dare stabilità e crescita al paese che sembra finalmente incamminarsi sulla strada giusta. Il nuovo ipotetico movimento di Casini, Il Partito Della Nazione, secondo l’Economist potrebbe “piantare un ricco seme”.

Secondo i sondaggi più recenti, nonostante le impopolari misure adottate dal governo Monti, in merito ai tagli ed all’aumento delle tasse, la sua popolarità sarebbe ancora al 50%. Monti ha più volte ricordato agli italiani di non aver alcuna intenzione di candidarsi una volta scaduto il suo mandato politico, nonostante l’Economist suggerisca che il presidente avrebbe puntato già alla Presidenza della Repubblica o a qualche posizione di spicco all’interno dell’Unione Europea. La proposta di Casini di formare una grande coalizione con un governo che non è frutto di un processo di elezione popolare potrebbe essere vista come non democratica e opinabile. Lo stesso settimanale inglese, mette in evidenza come Casini e molti dei suoi politici siano provenienti dall’ex partito della Democrazia Cristiana. Ciò nonostante Casini ha messo in luce una questione molto importante, e cioè “chi riempirà il vuoto che lascerà il governo Monti una volta scaduto il mandato?”.

La risposta secondo l’Economist potrebbe apparire ovvia, e cioè dopo una breve sospensione, il processo democratico riprenderebbe normalmente. Resta il fatto, che non pochi politici siano stati screditati da quando il governo Monti è salito al potere a Novembre. La serietà con la quale Monti ed il suo governo di tecnocrati, professori, banchieri e burocrati ha affrontato i problemi del paese sono motivi per i quali il presente governo è visto in senso positivo, in forte contrasto con il governo Berlusconi, descritto dall’Economist come “pasticcione e di buffoni”. Anche la Lega Nord che per anni ha predicato la propria onestà ed integrità è stata devastata da una serie di scandali in merito ad un oscuro giro di denaro e diversione dei fondi pubblici destinati al finanziamento del partito e finiti in tasca ad alti dirigenti della Lega , dimostrando ancora una volta che la “politica italiana è più squallida che mai”. Secondo un recente sondaggio, soltanto il 20% degli intervistati era a favore del fatto che i partiti politici ricevano finanziamenti pubblici.

In termini strettamente politici, i partiti offrono uno spettacolo penoso. I partiti di destra sono legati al fallimento dell’economia e quelli a sinistra sono divisi in tre gruppi mutuamente antagonistici . Non è quindi da stupirsi se un partito che li rigetta tutti e tre risulti molto apprezzato al momento.

Secondo un sondaggio dell’Espresso, il Movimento a 5 Stelle del blogger e comico Beppe Grillo, detiene il 7.5% di voti a favore e secondo l’Economist il suo humour e marchio anti- politica gli porteranno successo al primo grande test dell’ opinione pubblica da quando Mario Monti è diventato primo ministro, e cioè alle elezioni locali del 6 e del 7 Maggio.

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