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L'Italia alla rovescia

(ASI) Per quanto gli eventi passino con una certa velocità, e per quanto certi non certo casuali siano, la percezione che tutto vada alla rovescia, c'è. Faccio tre esempi pratici: lo schifo della Lega Nord, lo spread e la crisi che ribussano alla porta, i pezzi d'Italia che vogliono staccarsi come la provincia di Belluno. Mi si potrà obiettare che si tratta di eventi tutti differenti, ma il filo logico c'è: manca lo Stato. O meglio, è stato ceduto a terzi, e si vuole che la sua sovranità scompaia sempre di più.

La Lega Nord è nata con delle motivazioni plausibili, portando alla luce l'esistenza di una “questione settentrionale”. Non è compito mio descrivere la sua evoluzione, e tra l'altro, se le cose fossero andate diversamente, alla fine della seconda guerra mondiale, un movimento del genere non sarebbe mai esistito. Certo è che l'immondizia che hanno prodotto negli ultimi tempi, il tradimento di una base che aveva eletto i suoi rappresentati in buonissima fede, e l'abuso dei fondi del popolo italiano, è un'indecenza da scomparire dalla carta geografica. Purtroppo non succederà.

La crisi economica esiste, Mario Monti non è Dio, ciò che tocca non si tramuta in oro, e non può apportare la salvezza di una nazione in pochi mesi. Soprattutto quando parliamo, non dimentichiamolo mai, di un burocrate della Goldman Sachs, la banca d'affari che ha generato la crisi. Nicola Porro, in data 11.04, su Il Giornale, ha spiegato benissimo la ricetta (tra l'altro trovandosi molto d'accordo con i signori in questione) imposta dai burocrati BCE, FMI, UE: rinuncia progressiva allo stato sociale del novecento, quello che con estrema fatica, i nostri avi hanno costruito col sudore delle generazioni. E dovremmo essere pure contenti. Se non fosse ancora chiaro, la recessione continuerà per anni. La mia non è istigazione alla guerra, ma in queste situazioni, i conflitti risolvevano tutto.

Apprendo, dal quotidiano altoatesino Dolomiten, che la provincia di Belluno ha chiesto l'annessione alla regione autonoma Trentino Alto – Adige. Oltre 17.000 firme avrebbero costretto la giunta provinciale a pronunciarsi favorevolmente per il referendum. Ennesima follia di casa nostra. Pezzi di Italia che, seguendo logiche campanilistiche, si scompongono o compongono in base a fattori economici. Altra cosa che non ha alcun senso, è l'impossibilità di effettuare tagli nella regione autonoma dell'Alto Adige. Eh sì, perché per farlo, bisogna chiedere il permesso a Vienna.

Ciò detto, mi sto interrogando con tutta onestà se lo Stato Italiano esista ancora. Una nazione libera, indipendente, sovrana, che possa governare, e si riconosca nella propria identità, storia e cultura. La risposta, visti i recenti accadimenti, direi che è negativa. Si può sempre sperare.

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