(ASI) “Dalle pessime stime dell’Fmi abbiamo avuto l’ennesima conferma che crescita e fiducia sono i pilastri sui quali fondare qualsiasi riforma o programma economico, dal mercato del lavoro al fisco fino alle liberalizzazioni”.

Lo sostiene il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, per il quale “a causa del rigore iniquo con cui si è pensato di risolvere i problemi dello Stato, l’impoverimento del ceto medio-basso è già realtà, di conseguenza anche le aspettative della maggioranza della popolazione sono pessime. È contro questa tendenza che bisogna combattere, evitando di colpire tutele fondamentali come l’articolo 18 o di semplificare brutalmente il mondo del lavoro, perché altrimenti la previsioni dell’Fmi rischiano seriamente di concretizzarsi”.

Per il sindacalista “un’aspettativa è una previsione che può essere smentita dei fatti solo se l’Italia si mette a lavorare con spirito di coesione nella stessa direzione e se decide di restituire alla maggioranza dei cittadini, quindi di lavoratori, pensionati, famiglie, ciò che è stato loro tolto nelle retribuzioni, con le tasse e le tariffe, nei servizi e anche in termini di prospettive, a cominciare da quelle occupazionali”.