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Lettere in Redazione. L’abiura dell’antifascista Zenoni fu un gesto dovuto. Parola di SEL

 

(ASI) Lettere in Redazione, riceviamo e pubblichiamo.

L’abiura dell’antifascista Zenoni fu un gesto dovuto. Parola di SEL

La storia di Zenoni dimostra chiaramente che la sua fu una lettera fatta appositamente per tornare dai suoi cari, egli infatti sarà poi un protagonista di primo piano della Resistenza ternana. Queste le parole con le quali il gruppo Sinistra Ecologia e Libertà – Velino commenta la pubblicazione, da parte de Il Giornale dell’Umbria, della ricerca del Centro Studi Nadir e del prof. Pietro Cappellari che ha riportato alla luce l’atto di sottomissione dell’antifascista Bruno Zenoni al fascismo.

L’intervento, datato 29 Giugno 2011, compare sul blog della sezione http://sinistravelino.blogspot.com  “In poche righe – fa sapere Marco Petrelli, del Centro Studi Nadir – SEL legittima la lettera di Zenoni a Mussolini, ritenendo che rinnegare la militanza comunista sia stato un lecito mezzo per uscire dal carcere. Come noto Zenoni fu arrestato nel ’39 per aver distribuito un giornale clandestino, reato certo non grave e che infatti non gli costò una condanna anzi, l’assoluzione dopo poco tempo. Eppure per i militanti di SEL quella lettera fu quasi un gesto dovuto”.

L’intervento dei ‘vendoliani’ prosegue ricordando che l’atto di sottomissione reperito durante la ricerca storica non sia l’unico in possesso degli archivi. Continua Petrelli: “In effetti, l’atto di sottomissione di Bruno Zenoni non è l’unico riemerso dal processo Bracci. Altri antifascisti locali (futuri partigiani della Gramsci) si sono rivolti a Mussolini chiedendo perdono, malgrado i reati loro ascritti non prevedessero pesanti condanne detentive o, peggio ancora, la pena di morte”.

Documenti come questi ce ne sono a decine e non cambiano certo il corso della storia prosegue SEL. Ancora Petrelli: “Se le lettere di abiura avessero cambiato la storia forse molte delle persone epurate nel ternano e nel reatino dalla Brigata Gramsci avrebbero evitato una fine orrenda, invece la memoria di Dobrilla, Centofanti , Carloni non ha ancora ottenuto giustizia. Il modo in cui SEL – Velino commenta l’abiura è eclatante: pur di non accettare la realtà si arriva a legittimare il tradimento degli ideali che Zenoni aveva giurato di servire. E’ questo il problema, ovvero non voler a tutti i costi accettare la realtà, preferendo mistificazione e retorica. Un ultimo esempio in merito la posizione della sezione Velino sulla strage di Bologna: nonostante sia ormai accertata la matrice non politica dell’attentato, i comunisti ternani continuano a parlare di strage fascista”.

Ufficio stampa

Centro Studi Nadir

Cell. 389/7961637

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