Sempre più italiani investono in titoli di Stato nazionali, nonostante le previsioni catastrofiche del New York Times

(ASI) Il giornale New York Times finora era conosciuto come uno dei principali avversari del presidente USA Donald Trump. Editorialisti, come  J. Horowitz, da qualche tempo prendono di mira anche il Governo italiano.

L'articolo di ieri è particolarmente significativo di una tendenza a condizionare i mercati finanziari con notizie ed ipotesi   non suffragate da prove ed elementi oggettivi. Sostenere infatti che "l'Italia potrebbe essere l'epicentro della prossima crisi finanziaria" è un'affermazione gratuita, oltre che scorretta  sotto il profilo deontologico*.  Perché, parlare di "un numero crescente di indicatori" - debito, banche deboli, un governo instabile/anomalo e un'economia considerevole in grado di infliggere danni collaterali fuori dai confini italiani -( "A pile of questionable debt. Weak banks. An erratic government. And a sizable economy able to inflict collateral damage outside Italian borders"), dal punto di vista dell'informazione è attualmente una bufala; sul piano economico equivale ad infondere insicurezza tra gli investori. In altre parole è un comportamento destabilizzante, una sorta di 'terrorismo finanziario'. Effettivamente l'elevato debito esiste, ma, i risparmi degli italiani lo possono coprire ampiamente, e il crescente numero di investitori italiani in titoli di Stato nazionali indica la strada da seguire per disinnescare la speculazione finanziara internazionale ai danni del nostro Paese. Il vero problema invece è la minaccia costituita dall'acquisizione di strategiche banche italiane da parte di banche estere. Questo sì che metterebbe in pericolo l'economia italiana, trasferendo la ricchezza  nazionale  ed il frutto di sacrifici e risparmi di tanti italiani in mani straniere. Quanto agli ambienti e "circoli finanziari", lo sanno tutti di chi si tratta: i nemici dell'Italia. Non è strana questa convergenza fra BCE, Fondo Monetario Internazionale, gruppo Rotschild, burocrati UE, asse politico finanziario franco-tedesco, fondazione Open Society di Soros, gruppi di pressione USA? Tutti ipocritamente in ansia per i "avventati piani di spesa del governo populista di Roma"?  La verità è che si vorrebbero mettere le mani sui risparmi e, soprattutto, sulla quarta riserva aurea del mondo: quella dell'Italia. Senza considerare il fattore forse più importante in gioco: la sovranità nazionale che continua ad essere messa offensivamente in discussione. E questo oggettivamente è inaccettabile.

 

 

Note

* Vedere il testo unico dei doveri del giornalista, allegato 4: Carta dei doveri dell’informazione economica con particolare riferimento agli articoli 1 e 3.

1) Il giornalista riferisce correttamente, cioè senza alterazioni e omissioni che ne alterino il vero significato, le informazioni di cui dispone, soprattutto se già diffuse dalle agenzie di stampa o comunque di dominio pubblico. L’obbligo sussiste anche quando la notizia riguardi il suo editore o il referente politico o economico dell’organo di stampa.

3) Il giornalista non può scrivere articoli che contengano valutazioni relative ad azioni o altri strumenti finanziari sul cui andamento borsistico abbia in qualunque modo un interesse finanziario, né può vendere o acquisire titoli di cui si stia occupando professionalmente nell’ambito suddetto o debba occuparsene a breve termine.

 

**Per il testo completo del NYT in lingua originale https://www.nytimes.com/2018/10/12/business/italy-debt-crisis-eu-brussels.html?rref=collection%2Ftimestopic%2FItaly&action=click&contentCollection=world®ion=stream&module=stream_unit&version=latest&contentPlacement=1&pgtype=collection

 

 

 

 

 



 

 

 

 

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