Calcio: Belotti (Lega), troppi fallimenti. Presentato ddl per istituire nelle società organo controllo eletto dai tifosi

(ASI) Roma – “Negli ultimi 15 anni il calcio italiano ha visto ben 147 fallimenti di società, dalla serie A alla serie D, con una media di dieci all’anno (i casi più recenti hanno visto protagoniste Cesena, Bari, Trapani, Reggiana e Lucchese).

E’ sotto gli occhi di tutti che servono più controlli sulla gestione dei conti economici. E’ questo lo spirito che sta alla base del progetto di legge che ho presentato che prevede: “la modifica della legge 91 del 1981 stabilendo l'obbligo di inserire negli statuti societari un organo consultivo di controllo di 3 o 5 membri eletti ogni tre anni dagli abbonati alla società sportiva con sistema elettronico in base a un apposito regolamento approvato dal consiglio di amministrazione della stessa società. L'organo consultivo elegge a maggioranza tra i propri membri il presidente che può partecipare, in qualità di osservatore, alle riunioni del Cda. Compito di questo organo di controllo è di garantire trasparenza assicurando un'adeguata informazione all'opinione pubblica creando al tempo stesso un'importante cinghia di collegamento tra le società sportive e i tifosi, che può altresì essere utilizzata anche per disciplinare il tifo e per responsabilizzarlo”.
“Per tentare un rilancio concreto del calcio italiano - spiega in una nota Belotti - occorre che il Parlamento proceda a una riforma che riporti la tifoseria a sentirsi corresponsabile nelle scelte, fatto indispensabile se si vogliono assicurare bilanci equilibrati e se si vogliono evitare le gestioni scriteriate che portano ai fallimenti, o peggio finalizzate alla bancarotta fraudolenta o al riciclaggio come purtroppo avviene in alcune regioni dalla forte presenza della criminalità organizzata”. L’obiettivo finale, come auspicato da un precedente progetto di legge presentato nella scorsa legislatura del deputato Angelo Attaguile e dall’attuale sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti, prevede di favorire un azionariato diffuso: le squadre, i colori e le loro tradizioni non possono divenire un valore materiale soggetto a stime, valutazioni o compravendite, soprattutto, non possono appartenere a persone o società che ne fanno un uso esclusivamente speculativo. “Le società sportive – conclude il deputato Belotti - devono essere amministrate in maniera da poter ricevere indicazioni e censure dagli sportivi legati alle stesse società, utilizzando magari il metro indicatore dell'abbonamento unito a quello di una riconosciuta militanza come dirigente o atleta. L'analisi dell'intera vicenda sportiva del calcio professionistico italiano spinge quindi a una riforma urgente, anche in considerazione di alcuni allarmanti stati di tensione tra società sportive e tifoserie e la presente proposta di legge vuole rappresentare un primo contributo strutturale”.

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